L'avevo promesso.

In un post, prima di partire, avevo promesso che stavolta a Bangkokavrei assaggiato un verme fritto.

Avevo promesso che mi sarei immersa tra le bancarelle della città, tra i profumi e gli odori nauseabondi, che avrei fotografato i tanti, coloratissimi fiori.

Eh sì, in questo post si parla di promesse. Tutte rigorosamente mantenute.

E, a proposito di promesse, ho rivisto Andrea e ancora una volta gli sono grata per la full immersion nella Bangkok più autentica, nella Bangkok in cui non esistono solo thailandesi, ma anche malesi, vietnamiti, coreani, giapponesi, italiani [...] che si incontrano a cena e usano l'inglese come collante.

Nella Bangkok in cui il termostato segna 40 gradi all'esterno, ma in metro e nei centri commerciali ce ne sono a malapena la metà.

Nella Bangkok in cui gli affollatissimi ristorantini di strada fanno da cornice ai lussuosi skybar che, in cima ai grattacieli, offrono una vista tra le nuvole. E ne vien fuori un'opera kitsch e contraddittoria, ma decisamente ricca di fascino.

Nella Bangkok in cui non ci si scandalizza per un "topolino" o uno scarafaggio di troppo per strada (magari mentre si mangia), né si può rinunciare a due ore di massaggio thai a cinque stelle.

Bangkok è tutto questo. E non puoi pretendere di mettere in ordine i suoi tasselli, non puoi pretendere di dare un senso alla sua dannata e pazzesca confusione.

Non puoi affibbiarle un'etichetta, soprattutto se erroneamente pensi che sia una città pericolosa e arretrata.

I luoghi comuni? Meglio lasciarli a casa.

Perché Bangkok è moderna, per alcuni aspetti anni luce avanti all'Italia, per altri meno, ma va bene così.

Bangkok è così. Prendere o lasciare. 

E nel mio caso la risposta è prendere. Prendere al volo ogni occasione di esplorare Bangkok e scoprirla con i cinque sensi. Incluso il gusto.

Se due anni fa il mio piatto thai preferito era il pad thai (piatto nazionale thailandese che di thai ha ben poco), stavolta l'ho allegramente accantonato per ampliare i miei orizzonti, per sguazzare nella vasta scelta della cucina thai e farmi sedurre dalla vasta gamma dei suoi sapori, persino dai piatti più piccanti e così diversi dalle nostre abitudini gastronomiche!

Avrò modo di parlarvi dei vari piatti provati - incluso il khao soi che ha ufficialmente spodestato il pad thai - ma stavolta mi voglio soffermare su una specialità che, nonostante solleticasse la mia curiosità, due anni fa non ho avuto il coraggio di provare.

Gli insetti fritti. 

Dopo aver affrontato 20 giorni di viaggio senza il coraggio di assaggiare un vermetto (neppure dopo il tweet d'incoraggiamento di Patrick"Come scrive Osborne in Bangkok è un passo da compiere se vuoi capire il posto"), ero ormai convinta che sarei tornata a casa con una sconfitta.

E invece no.

La penultima sera a Bangkok, lungo la strada che ci avrebbe portato ad un "normalissimo" ristorantino thai, Andrea all'improvviso si ferma davanti a una bancarella di insetti e ridendo mi fa: "Scegli. Quale vuoi?"

La domanda che mi faceva sempre mio zio dal giornalaio o in un negozio di giocattoli. La stessa domanda, solo che stavolta avrei dovuto scegliere dei vermi tra una vasta scelta di vermi.

E vermi (piccoli) furono.

La Manu che oggi vi scrive è sopravvissuta - come potete vedere nelle foto a seguire - ad una ricca insalata di formiche e a un numero indefinito di larve fritte. Indefinito perché le larve, come patatine al formaggio che si rispettino, hanno un sapore così ricco e gustoso che non puoi fermarti ad un solo assaggio.

Eh già, le larvette mi sono piaciute davvero. E ve le raccomando!

E poi tanti, coloratissimi, bellissimi fiori.

Come spesso si dice... a volte per raggiungere il paradiso bisogna attraversare l'inferno!

Scherzi a parte - i vermi non sono così male - dopo cena Andrea mi ha fatto un altro regalo: un'immersione nel mercato dei fiori.

Questo mercato, conosciuto anche come Pak Khlong Talat, è sia giornaliero che notturno, praticamente visitabile a qualsiasi ora.

Adoro i fiori, non tanto quelli che trovo in Italia quanto quelli dei mercati asiatici.

Fiori di loto, frangipani, ma soprattutto coroncine elaborate e dai colori brillanti utilizzate per i riti religiosi e per rendere omaggio agli dei.

Impossibile non venire persuasi dal tripudio di colori e dalla grazia delle ragazze thailandesi, dalle loro mani che con disinvoltura intrecciano petali e bastoncini per realizzare meravigliose composizioni.  

Fiori e insetti.

Per me Bangkok è tutto questo.

Sì, è fatta di quegli insetti che a noi occidentali fanno tanto ribrezzo, ma è anche fatta di fiori delicati e profumatissimi che ci fanno perdere la testa.

Bangkok è la città dei contrasti. E la amo per questo.