Impervia, esigente ed inaspettata. La Gallura ci ha mostrato questo suo volto, percorrendo le sue strade curve e strette, pronte a ricompensare con panorami mozzafiato una guida impegnativa tra salite e tornanti, teatro di una Sardegna poco convenzionale.

In questo articolo vi racconto il mio itinerario in questa fetta di Sardegna selvaggia. Giorno per giorno.

Primo giorno

Un delizioso agriturismo all’interno del comune di San Teodoro è stato scelto come nostra prima base, rivelatasi non solo un’ideale via di fuga dai più affollati residence e villaggi costieri, ma anche un ottimo punto di partenza per escursioni via mare e via terra. Irrinunciabile in questa zona una sosta balneare a Cala Brandinchi, alla spiaggia di Lu Impostu e tra le insenature di Capo Coda Cavallo.

Secondo giorno

Come valida alternativa per cercare un po’ di pace (e di fresco), lontano dalle spiagge spesso affollate, un’escursione sulle pendici di Monte Nieddu è certamente da prendere in considerazione, concedendo al visitatore di perdersi tra la sua vegetazione, fra cascate e piscine naturali.

Terzo giorno

Perla ed emblema di tutta la zona è certamente l’isola di Tavolara: una lingua di terra circondata dal mare, da cui svetta un ventaglio di rocce ripide, quasi a disegnare la pinna dorsale di un gigantesco mostro mitologico. In pochi chilometri si concentrano un mare cristallino, un paradiso di macchia mediterranea, un porticciolo senza tempo ed insediamenti umani ricchi di leggenda e magia. A proposito di luoghi incantati: Porto Taverna e la sua spiaggia, localizzata esattamente di fronte a Tavolara, ospitano un paio di localini ideali per un aperitivo o per una cena romantica… con vista!

Quarto giorno

Una tenuta nell’entroterra di Arzachena ci ha accolto per la seconda parte del viaggio, consentendoci di godere delle comodità di un resort, senza rinunciare all’autenticità dell’architettura, delle atmosfere e della cucina tipica di Sardegna. Ma lo sguardo più vero e sincero dell’isola è certamente quello degli abitanti di Aggius, incrociati tra decine di viuzze scoscese e tra le case ricoperte di pietra granitica. Si tratta di un antico borgo arroccato tra vette rocciose e circondato da boschi e pascoli, famoso per la produzione tessile di tappeti, per i musei etnografico e del Banditismo, nonché per la leggenda dei monti limitrofi che il Diavolo avrebbe scelto un tempo come sua dimora. Lungo la strada da Arzachena ad Aggius è certamente consigliata una tappa agli olivastri millenari di Luras, alberi di ulivo selvatico ricolmi di fascino, grazie al loro aspetto imponente, ai loro intrecci lignei, ma soprattutto alla consapevolezza di poter sussurrare ai visitatori oltre tremila anni di vicende e di storia.

Quinto giorno

Le coste della Sardegna, com’è noto, non sono certamente meno ricche di magia. Fra gli angoli più significativi in tal senso è obbligatorio citare Capo Testa, con il suo faro e la sua vista sulle Bocche di Bonifacio e per le sue magnifiche spiaggette, tra cui spicca la Valle della Luna. Cala Grande (questo il suo antico nome) ci ha accompagnato verso un mare turchese, facendoci prendere per mano da maestosi massi levigati dal vento, da una vegetazione selvatica dal sapore quasi primitivo e da una comunità hippy che abita la valle e la impreziosisce con installazioni ed incisioni en plein air.

Sesto giorno

Servono certamente poche parole, invece, per presentare il celeberrimo Arcipelago della Maddalena: per ogni metro percorso a piedi, ogni bracciata nelle sue acque, in ogni raggio di sole assaporato tra le sue calette, si concentrano migliaia di particelle di meraviglia e di stupore.

Settimo giorno

Prima di ripartire, la città di Olbia ci ha accolto tra le vie del centro, un gioiellino ricco di negozietti e di locali, ideali per brindare con un calice di Vermentino a questo percorso intenso e stupefacente, tra le mille sfumature di una regione incantata, capace di declinarsi, mutare, scoprirsi, rivelarsi ed articolarsi nella mente di ogni forma di viaggiatore.

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