I social - e, in particolare, instagram - mi hanno permesso di conoscere persone meravigliose. Persone con una storia speciale. Vi ho già parlato di Gaetano e di Roberta, conosciuti proprio grazie a instagram e al mio lavoro. Stavolta, però voglio dedicarmi a una personalità barese. O meglio, una personalità libanese trapiantata a Bari. 

Si chiama Philippe Nabil Debs, ma io da anni lo chiamo semplicemente Phil

Mi interessava scoprire meglio il suo rapporto con Bari partendo dal suo arrivo in Italia, quando ancora non ci conoscevamo. Mi interessava scoprire - e condividere - le sue sensazioni inziali, il ruolo dell'associazione di cui fa parte e i suoi luoghi baresi del cuore. L'intenzione iniziale era quella di realizzare una video intervista ma, ahimè, visti i tempi che corrono, abbiamo dovuto "accontentarci" di questo articolo. Per ora. 

Ciao Phil, ci conosciamo ormai da anni. Ricordo ancora quella mattina a Bari, quando ti ho visto per la prima volta. Non avrei mai pensato che dopo qualche anno ci saremmo ritrovati qui, a chiacchierare di te e di Bari nel mio blog! Tu sei libanese, anzi, come dice un tuo amico “liBARESE”. Quanti anni fa sei arrivato a Bari?

Ciao Manuela. Mi ricordo benissimo quando ci siamo conosciuti. Era una sera alla Ciclatera a Bari vecchia, insieme ad Anna, Sara e Marco ed altri amici. Parlavi del tuo rientro da Parigi (se non ricordo male) e del tuo desiderio di visitare il Libano. Eh già, sono libanese (da parte di mio padre) e russo (da parte di mia madre). E pensa che mi sono così integrato in questa città che il mio collega mi soprannominò il LiBarese. Sono arrivato a Bari nel Novembre 2007, quasi 13 anni fa.

Come hai trovato la città? Qual è stato il primo approccio? Come ti ha accolto Bari?

Prima del mio primo viaggio in Italia, avevo solo visitato la Russia per motivi familiari. Non avevo idea di come fosse Bari. Sai, all’estero quando senti parlare dell’Italia, ti immagini che tutti i posti sono come nei film. T’immagini che tutta l’Italia sia come Roma, Venezia e Firenze. Il mio primo giorno a Bari è stato quasi uno shock, negativo e positivo. Negativo per il fatto che non era come le grandi città che sognavamo. Niente grandi palazzi, parchi, fontane, monumenti, turisti, cittadini biondi, tutti vestiti firmati… Positivo, invece, perché mi sono sentito subito a casa, ho subito sentito di appartenere a questa città. Ovunque guardavo, vedevo le persone che somigliavano ai libanesi nei tratti, nei colori, nell’abbigliamento. Quando sono arrivato, la mia prima tappa è stata Valenzano e, nello specifico, l’Istituto Agronomico, dove studiavo e dormivo. Qualche giorno dopo, decisi di prendere l’autobus e scoprire Bari. Mi sono perso ovviamente, nessuno parlava inglese e quindi nessuno era capace di darmi indicazioni. È stato tragico. Poi, piano piano, ho iniziato ad avere dei riferimenti (l’insegna di un negozio per ricordarmi che da questo punto posso riprendere l’autobus e tornare a Valenzano). Più mi perdevo e più scoprivo nuove strade.

Cosa ami di questa città? 

Questa città mi ha dato tanto e non immaginavo di amarla così tanto al punto di decidere che un giorno sarebbe stata la mia seconda casa.

Se non erro, un po’ di tempo fa tu hai “lottato” per rimanere a Bari anziché “migrare” a Milano. Giusto? Resto in Puglia perché?

Giusto. Qualche anno fa era in ballo l’ipotesi di cambiare città e trasferirmi a Milano o Roma per motivi lavorativi – e quindi iniziare una nuova avventura. Ma quando ho messo su carta i punti positivi e negativi di queste tre città citate, ha vinto Bari. Ho deciso di rimanere in Puglia per vari motivi. Il primo è che sono già migrato dal mio paese e affrontare un’altra migrazione mi pesava. Poi, valutando bene, ho pensato che qui c’è il mare (anche se sono nato in montagna e ho scoperto il mare troppo tardi), c’è il buon cibo assieme all’accoglienza e alla gentilezza dei baresi. Anche a livello economico, si può vivere con poco e con dignità. A Milano o Roma o altre grandi città mi sarei sentito per sempre un estraneo, mentre qui mi sento nativo, e non cambierei Bari per nulla

Nel tuo Paese conoscono Bari e la Puglia? Qual è la percezione del nostro territorio? 

Nel mio Paese non conoscono Bari e la Puglia. Come avevo detto prima, conosciamo soltanto Milano Roma Venezia Firenze, le città che vedevamo nei film. Nessuno aveva idea di dove si trovasse Bari. Quando mio fratello e mia madre sono venuti qui, anche si sono innamorati di questa città. “È molto tranquilla, a misura d’uomo e si vive bene” - mi hanno detto proprio così. Ovviamente poi, tramite i social e soprattutto Instagram, ho fatto scoprire Bari e le città nei dintorni a coloro che mi seguono dall’estero.

Fai parte dell’associazione MIXED, che lavora per l’uguaglianza dei diritti per tutte le persone LGBTQI e l’abbattimento di ogni forma di discriminazione. Nello specifico, di cosa si occupa MIXED e come si muove?

Da luglio 2018 faccio parte dell’associazione MIXED (affiliata ad ARCI nazionale) che lotta per l’uguaglianza dei diritti di tutte le persone LGBTI e di tutte le persone vittime di violenza omobitransfobica, attraverso delle azioni e eventi volti a sensibilizzare la comunità e la società. È uno spazio aperto a tutte le persone per far capire loro che non sono sole e che c’è qualcuno che le possa ascoltare. Importante soprattutto per i giovani e gli studenti che non hanno magari un punto di riferimento.

Ho visto che organizzate un sacco di eventi fighissimi. I vostri eventi sono aperti a tutti? Posso venire anche io? :)

Cerchiamo di fare tutto il possibile affinché la voce arrivi. Ci sono un sacco di eventi come cineforum, dibattiti, presentazioni di libri, feste di tesseramento, ecc. Tutti gli eventi sono aperti al pubblico e ovviamente cerchiamo di invitare le persone a tesserarsi e acquistare i gadget, in modo da autofinanziarci. Speriamo di vederti nei prossimi eventi appena tutta questa situazione del Coronavirus si risolve.

Pensi che Bari, e la Puglia in generale, sia cambiata nel corso degli anni verso le tematiche LGBTQI?

Nonostante qualche episodio di violenza nei mesi scorsi, secondo me Bari è stata sempre aperta e accogliente verso l’altro. Non ti so dire se è cambiata negli anni, ma da quando sono qui non ho mai avuto o visto dei problemi. Anzi, ho visto sempre un miglioramento.

Com’è il rapporto col sindaco? Lui conosce MIXED? 

Ahhh! Il nostro Sindaco ha partecipato in prima linea all’ultimo pride e ha fatto - insieme a tutti noi -  tutto il percorso. Sicuramente conosce la nostra realtà, e siamo in diretto contatto con gli assessori che spesso partecipano alle nostre iniziative.

C’è qualcosa che vorresti chiedere ai baresi per una città e una società migliore? 

Bari ha tutto ciò che l’uomo può desiderare… e infatti gli altri ci invidiano. Chiedo soltanto ai baresi un po’ più di rispetto verso la loro città, chiedo loro di mantenerla sempre pulita. Dobbiamo trattarla come la nostra casa e amarla.

Il tuo posto preferito a Bari? 

Non è una domanda facile. Non ho un unico posto preferito. Tutto dipende dal momento, ad esempio la domenica mi piace camminare per i vicoli di Bari Vecchia e sentire i profumi del bucato e del sugo. Mentre il sabato mi piace fare una passeggiata sul lungomare o sulla Muraglia nel tardo pomeriggio, per contemplare il tramonto o bere una birra al Chiringuito. In settimana, dopo il lavoro, faccio due passi in centro. Ma forse il mio posto preferito è la Città Vecchia.

Grazie Phil! Ci vediamo presto!