Pochi giorni fa sono tornata a Venezia per vivere tre giorni all'insegna delle "prime volte": la mia prima volta a Burano, la mia prima volta a Murano e la mia prima volta alla Biennale. Incredibile ma vero, pur viaggiando così tanto, non avevo mai visto i (vicinissimi) dintorni di Venezia. Ho apprezzato tantissimo il mio soggiorno veneziano, perdendomi tra i colori di Burano, lasciandomi incantare dai vetri di Murano e perdendomi - nel senso letterale del termine - tra le calli della città. A seguire vi racconto nel dettaglio i miei tre giorni a Venezia. Dove dormire a Venezia: Hotel Indigo Venice L'Hotel Indigo Venice, di cui sono stata ospite con mia sorella, si è occupato del trasferimento - comodissimo - dall'aeroporto a Sant'Elena, proprio a due passi dall'ingresso dell'hotel. La mia prima volta su un taxi d'acqua, non la dimenticherò mai. Mi fa sempre sorridere quanto nelle altre città tante cose siano date per scontate. Poi si arriva a Venezia e crollano le certezze. I taxi - dove possibile - si spostano in acqua, i bus e i tram sono sostituiti dai vaporetti, non ci sono auto e si macinano chilometri e chilometri a piedi. Venezia costringe a rimettersi in gioco, a riflettere. Sembrerà banale, ma io lo trovo incredibile.

Ma torniamo all'Hotel Indigo Venice, che vi consiglio di tenere in considerazione per un prossimo viaggio a Venezia.

Per quale motivo?

- Innanzitutto perché l'hotel è stato da pochissimo completamente rinnovato, con un design attuale e vivace che propone elementi tipicamente veneziani (oltre a proporre esperienze local - come quelle da me testate - agli ospiti che ne fanno richiesta).

Ed è stato un piacere vivere i suoi spazi quasi in anteprima, per viverli e condividerli anche con chi mi segue sul blog e sui social.

L’ispirazione per il restyling prende spunto dalla storia, dal forte legame tra la città di Venezia e la cultura bizantina.

La grande peculiarità è data dal fatto che questo hotel era un convento, ragion per cui la struttura presenta un ampio giardino interno (cosa abbastanza inusuale a Venezia).

I tratti distintivi relativi alla storia e al carattere dell’edificio - nonché la facciata esterna, il porticato interno e il giardino dell’ex chiostro - sono rimasti inalterati negli anni.

- L'hotel è a soli 10 minuti a piedi dai Giardini della Biennale, quindi se avete in mente una visita nei prossimi mesi tenetene conto.

- Lo staff è giovane e cordialissimo. E dico davvero, non è scontato trovare una tale gentilezza da parte di tutto il personale.

- La cucina è davvero ottima. Ho apprezzato molto le cene al ristorante dell'hotel, in particolare il cavallo di battaglia dello chef "le sarde in saor", piatto tipico veneziano.

Ps. Fate caso alle spillette del personale: sono tutte in vetro di Murano. Splendide.

La mia prima volta alla Biennale è stata un'esperienza che forse non mi aspettavo così. Immaginavo un'esperienza simile alla visita dei musei di arte contemporanea visitati finora (penso al MoMa, ad esempio). Invece la Biennale ti scuote dentro. 

Non sono un'esperta d'arte - e lungi da me il voler ergermi a critica d'arte - ma queste sono le sensazioni che ho provato. 

Passando da un padiglione all'altro, seguendo il fil rouge dell'edizione (quest'anno l'inquietudine dei nostri tempi), porta inevitabilmente a una riflessione interiore. 

Io consiglio, se possibile, di visitarla in più giorni. Per far decantare lentamente le emozioni. 

May You Live in Interesting Times

Durante questi tre giorni ho potuto riscoprire Venezia.

Ho visitato finalmente la Libreria dell'Acqua Alta - che sognavo di vedere da una vita - con le sue pile di libri ingialliti e il gattone nero appollaiato al bancone all'ingresso. 

Ho mangiato la mia prima mozzarella in carrozza veneziana (da Gislon, che mi hanno consigliato in molti), ho fatto aperitivo a un bacaro storico con un vero spritz. 

E ci tengo a sottolineare vero spritz, ché so che i veneziani ci tengono. 

Tre giorni a Venezia: Murano

Porterò nel cuore la mia prima volta a Murano, ammirando estasiata la lavorazione del vetro a LP Muranoglass, una delle fornaci storiche dove ho avuto la fortuna di incontrare colui che viene considerato il maestro del vetro più grande al mondo. 

Ho perso la testa tra opere d’arte di ogni colore, tra calici di vino lavorati e decorati abilmente (che ora posso ammirare anche a casa), tra pezzi dal valore inestimabile, lampadari commissionati da Dolce e Gabbana, opere d’arte che probabilmente presto vedremo al MoMa di New York. 

Tutto rigorosamente in vetro di Murano. Mi sono innamorata di questa arte lasciandomela raccontare, ascoltando chi la vive quotidianamente con passione. 

Io vi consiglio con tutto il cuore di fare questa esperienza.

Lasciatevi incantare dalla magia del vetro. 

Tre giorni a Venezia: Burano

Durante i miei tre giorni a Venezia ho realizzato un altro sogno: visitare Burano. 

L’isola dei colori, l’isola che fa bene al cuore. 

E come potete immaginare ho scattato centinaia di foto (questo è solo un piccolissimo assaggio). 

Se a Venezia il tempo scorre lento, qui a Burano scorre ancora più lento.

I bambini giocano ancora per strada, in bici o con la palla.

Si passeggia lentamente, ci si ferma per ammirare una casetta o l'ufficio postale. Come se in un posticino così colorato non possa esistere un ufficio postale. 

Sì, Burano è stata proprio all'altezza delle aspettative. 

E se avete bisogno di un consiglio gastronomico a Burano, andate da Al Gatto Nero. Mi è stato consigliato da più persone e non posso che confermare la bontà della sua cucina. 

Io ho amato i bigoli in salsa, un altro piatto tradizionale. 

Articolo realizzato con Hotel Indigo Venice