Tiriamo le somme di questi 12 mesi assurdi.

Circa 70 voli, oltre 30 viaggi, 4 continenti. 

Un insostenibile caos a cui ancora fatico a dare ordine.

Un anno fatto di molteplici vite intrecciate, slegate, ritrovate.

Vite sovrapposte che confluiscono in una sola. La mia.

In questo 2016 mi è sembrato di vivere più vite.

Ogni viaggio - alcuni viaggi in particolare - mi hanno fatto staccare dalla mia dimensione personale per catapultarmi in altre dimensioni che adesso mi risultano estranee. Sì, questo 2016 è stato decisamente assurdo.

Che se mi guardo indietro ho la ferma convinzione che alcune cose non sono mai appartenute alla mia vita. Eppure sono accadute.

Alcuni viaggi, alcuni aneddoti, alcuni frammenti di vita che rivedo nelle foto mi sembrano distanti anni luce anziché pochi mesi.

Non so come spiegare questo fenomeno, ma è come se quando vivi troppo perdi qualcosa lungo la strada.

Quando c'è troppa vita ti rendi conto che non tutto ti appartiene. O meglio, quello che è accaduto qualche mese fa sembra già essere relegato a un'esistenza lontana. A secoli fa.

 Sono stati 12 mesi intensi, ricchi, meravigliosi, stressanti, estenuanti, straripanti.

Come un fiume in piena. Come una centrifuga. Come un tetris.

E a volte anche 12 mesi di TROPPO. Di troppo andare e tornare, di troppo mancare, di troppo errare, vagare e pensare.

Un anno meraviglioso che non baratterei col 2016 di nessun altro - sia chiaro - ma anche un anno da cui voglio un attimino prendere le distanze per respirare e tornare a galla.

Un anno che è partito col mio compleanno in Sudafrica tra pinguini sulla spiaggia e safari all'alba e al tramonto proseguendo con il viaggio a Parigi con madre e sorella - per me uno dei più grandi traguardi.

Un anno che mi ha regalato un concentrato di soddisfazioni che - sono sicura - nessun'altra annata riuscirà a regalarmi.

A marzo ho scritto il mio primo reportage per un noto magazine cartaceo di viaggi (pagine e pagine sulla mia adorata Puglia) e a maggio è stato pubblicato il mio libro, La mia Thailandia, che ad agosto è arrivato al primo posto nella categoria narrativa di viaggio su Kindle Store.

Un 2016 che mi ha regalato collaborazioni che non avrei mai osato neppure immaginare: a maggio con VanityFair in Messico e tra novembre e dicembre in Austria come inviata di Elle.

Un 2016 che mi ha portato ad essere giudice del Premio Instagramers Italia e relatrice al TTG 2016 (la più importante fiera del turismo italiana) per parlare di live storytelling.

Un 2016 che mi ha fatto vivere con la valigia sempre pronta.

Dopo il Sudafrica e Parigi sono arrivate la TunisiaBerlino, il Nepal, il Messico, la Corsica, le Dolomiti, la Toscana, la Thailandia, la Sicilia, la Costa Azzurra (e dintorni), Stoccolma, Philadelphia, Rimini, la Florida, la Jamaica, l'Austria, Napoli, Roma e Milano.

Lo so, sembra tutto una gran figata. E sicuramente lo è.

Eppure io cerco sempre di spiegare che oltre il lato patinato c'è un altro lato fatto di lavoro no-stop, di stress, ansie, timori, competizione (leale e sleale).

Di giorni in cui vorresti sparire ma devi essere online. Pur sapendo di non riuscire a trasmettere vibrazioni positive.

E vi assicuro che quando non si è dell'umore giusto non è affatto facile sbandierare sul web la propria presenza.

Va da sé che i dodici mesi appena trascorsi mi hanno portato a crescere in men che non si dica.

Ci sono stati momenti difficili in cui mi sono sentita sola. Non sono mancati i giorni in cui le debolezze hanno avuto la meglio sull'entusiasmo che mi accompagna da quando ho iniziato questo percorso. Talvolta ritrovarmi sola in una camera d'albergo non è stato facile.

Talvolta avrei voluto al mio fianco il mio ragazzo, mia sorella, una cara amica. Qualcuno che potesse fare squadra con me anche solo facendomi percepire la sua presenza.

Per lavoro ho dovuto rinunciare a compleanni o eventi importanti per poi vedere su Facebook foto di amici pensando tra me e me "Quanto mi sarebbe piaciuto esserci".

Per lavoro non sono stata accanto a persone care in momenti delicati della loro vita, con tutte le dovute conseguenze.

E a quel punto la gran figata non è più una vita in viaggio, ma la routine di una vita normale fatta di affetti e amore.

Ricevo quotidianamente messaggi di persone che mi chiedono consigli per fare quel che faccio io e dunque so bene quanto sia prezioso quel che ho.

Sono grata per quello che ho costruito negli ultimi anni - tengo a precisarlo.

Dunque non biasimatemi, ma ci sono cose che iniziano a mancare da matti quando si è dall'altra parte del mondo.

Quando si è in un posto pazzesco ma si vorrebbe al proprio fianco la persona amata per viverlo al meglio.

Quando bisogna incastrare i vari impegni tra una città e l'altra per riuscire a farci entrare l'amore.

Quando l'unica sera che sei a casa tra un viaggio e l'altro non puoi uscire perché hai una consegna imminente e dovrai lavorare tutta la notte.

Quando sei ai Caraibi in vacanza con gli amici - deo gratias - ma sei sotto l'ombrellone in modalità eremita per rispondere alle mail di lavoro.

Questo è l'altro lato della medaglia, quello di cui mi sbarazzerei volentieri.

Credo che non sia opinabile.

O forse capita solo a me. A me che più passa il tempo e più avverto l'importanza delle piccole cose.

Sicuramente questo 2016 mi ha insegnato diverse cose fondamentali: mi ha insegnato a cercare l'equilibrio.

Tra andare e restare.

Mi ha insegnato a crederci.

Le cose belle accadono davvero se tieni duro e ci credi fino in fondo.

Ho lottato per i miei sogni, ho creduto nella mia passione e ho portato avanti le mie idee senza mai rinunciare all'essere spontanea, al sorriso, alla genuinità, al valore dei rapporti umani che per me resta sempre basilare. E la grande vittoria è stata proprio questa: ho visto concretizzarsi gran parte dei miei desideri senza scendere a compromessi. Semplicemente facendo affidamento su me stessa.

Questo insostenibile caos mi ha portato a compiere delle scelte.

Ho fatto luce sulle mie priorità e ho imparato a dar loro il giusto valore.

Ho capito che non c'è tempo per fare quello che non riteniamo importante.

Non c'è tempo da dedicare a rapporti futili ed effimeri.

Così ho deciso di includere nella mia vita solo le relazioni umane che impreziosiscono la mia vita.

Ho fatto entrare nella mia quotidianità nuovi volti, nuovi sorrisi che ora sono diventati imprescindibili.

Con questi nuovi volti amici ho compiuto - e continuo a compiere - piccoli grandi passi lungo la strada tant'è che posso ritenere alcune di queste persone parte di una famiglia. Una famiglia online che è autentica anche offline.

Questo è stato l'anno in cui ho capito che non è possibile farcela da soli, abbiamo tutti bisogno di una squadra.

Io credo di averla trovata nelle persone che mi sostengono - anche con un pizzico di sana critica - quotidianamente.

Questo è stato l'anno in cui la mia strada e le mie certezze si sono delineate più che mai.

E adesso posso dirlo, più forte dello scorso anno. Dubbi non ho. Come cantava Pino Daniele.

Dubbi non ho perché in tutte le mie scelte ho seguito il mio cuore. Sempre.

Grazie 2016.

Mi hai dato tanto, tantissimo.

Hai impartito delle lezioni profonde.

Mi hai fatto brillare come non mai.

Adesso proviamo a rendere un capolavoro anche il 2017 alle porte.

Vi auguro un 2017 scintillante.

Un 2017 fatto di successi ma soprattutto di rapporti umani belli. Veri. Che vi facciano brillare.

E dopo questo post dai toni seri vi lascio con un video che riassume con allegria e goliardia gli ultimi 12 mesi.

Mi raccomando, iscrivetevi al mio canale Youtube :)