Ci sono gli sguardi che sono complici, ci sono le amiche che si intendono al volo. Ci sono gli abbracci che fanno bene al cuore, ci sono le strette che fanno male. Ci sono gli occhi che implorano, che tradiscono la mente e seguono il cuore, che rivelano le parole non dette. Ci sono gli arrivederci che hanno il sapore di un addio.

Ci sono i brani musicali che non sentivi da tempo e che, caspita, spuntano fuori proprio nel momento più adatto. 

E con le loro note riempiono il vuoto. E ti lasci finalmente andare, con tutta la malinconia che hai in corpo. E le lasci andare, le lacrime. 

Ci sono le valigie da riempire, i tempi stretti, i viaggi in coda, le partenze e i ritorni, le lacune da colmare. 

Ci sono i giorni troppo pieni e i minuti, che sono sempre troppi pochi.

C'è il caffè che è pronto e che, presa da altre mille cose, dimentichi di bere. 

Ci sono le emozioni difficili da gestire e i traguardi di cui non riesci a godere pienamente.

Ci sono le promesse spezzate e le domande a cui non sai dare risposta. 

Non per il momento, almeno. 

Ci sono i momenti non sempre facili di una vita da Esmeralda - come a volte mi chiamano. 

Perché essere gitani significa anche fare i conti con questo vagabondare. Significa far entrare alcune persone nella propria vita per poi lasciarle andare. Significa fare mille incontri, sentirsi ricchi e poi orfani, significa un po' affidarsi al destino, con la speranza di rivedersi un giorno. Chissà.

Significa che bisogna farci il callo e se sei sensibile, beh, ogni volta è un duro colpo.

Significa imparare a conoscersi e ad accettarsi, soprattutto davanti agli ostacoli.

Significa apprendere l'arte della resilienza: rimbalzare sui problemi, non lasciarsi scalfire. Trasformare gli ostacoli e i problemi in opportunità. 

Significa anche incontrare persone che, sia se vicine che se lontane, ci sono. E restano. 

Significa capire quando è il momento di fermarsi, per un po', e premere rewind

Ph. @diggy3625