Ci sono cose che sei destinato ad amare. 

Tu ancora non lo sai, vivi la tua vita ignaro mentre loro sono lì che ti aspettano. Da sempre. 

La Sicilia è una di quelle cose.

Mi ha aspettato fino allo scorso anno, quando ci ho messo piede per la prima volta

Mi ha dato un assaggio, mi ha fatto infatuare. 

Poi si è fatta silente lasciando obliterare i ricordi, non è accaduto tutto in un baleno. 

E ha aspettato che tornassi - prima a Catania, poi a Sciacca - per darmi il colpo finale, per farsi amare

Certe storie vanno così. 

Otto giorni con base a Sciacca. Pochi per scoprire la Sicilia, ma abbastanza per lasciare il segno. 

Nel prossimo articolo vi parlerò di tutti i posti esplorati durante il viaggio, ma adesso voglio dedicare le mie parole solo ed esclusivamente a Sciacca. Un autentico gioiello.

Sviluppata su tre livelli, brulicante di vita, ricca di ceramiche, coloratissima, deliziosa.

Si parte dall'infinita distesa del mare per salire fin su al centro storico, fino all'ultimo livello, dove si trova il castello di Conte Luna.

Sciacca è un dedalo di vicoli, uno scrigno di storie e leggende, una commistione di etnie. Qui la cultura araba si mescola a quella normanna, a quella mediterranea. E nasce il prodigio.

Splendidi edifici che fanno passeggiare col naso all'insù, stretti viottoli che portano a vicoli ciechi, che forse stan lì apposta perché in passato servivano a bloccare i nemici.

E poi le ceramiche, tantissime. Quei quadrati colorati posti uno affianco all'altro per cui io potrei impazzire e scattare foto a più non posso. Così è stato.

Sciacca è una miriade di scalinate su cui sono raffigurate storie di mare. E sono ovunque: per strada, ma anche all'interno delle abitazioni, e le scorgi ficcando il naso oltre l'inferriata, anche se sai che non dovresti.

Chissà, magari aspetti che arrivi la proprietaria di casa e ti inviti ad entrare, ci speri un po'.

D'altronde qui a Sciacca sono tutti così gentili, calorosi e ospitali che non si fa fatica a stringere amicizia.

Basta un aperitivo al bar per conoscere i proprietari di un'azienda vitivinicola, per finire a degustare il loro vino.

Basta avvicinarsi ad un negozio di ceramiche perché ti invitino ad entrare, ad ammirare la lavorazione di questo materiale così comune nel territorio saccense.

Un susseguirsi di incontri e relazioni nate per caso, dove loquacità e curiosità fanno da collante. Come solo il Sud sa fare.

La vita è così semplice, al Sud. 

Che anche se le cose non funzionano come dovrebbero, ecco, ci pensiamo noi a sistemarle. Con un sorriso, con un giro pizza in campagna, con due (tre, quattro...) calici di vino, con dei momenti speciali sotto le stelle.

Basta poco se sei nel posto giusto, con le persone giuste.

Da non perdere a Sciacca:

la granita (con brioche) da Aurelio (Bar Roma), al porto. Vi accoglieranno all'ingresso dicendo "Questa non è la granita più buona di Sciacca. No, è la granita più buona di tutta la Sicilia!" Se è vero? Beh, io la sogno ancora.

- un pranzo - o una cena - all'Osteria Cappellino. Vi accoglierà Salvino, pronto a deliziarvi con la sua cucina tipica. Non perdetevi gli antipasti.

A Sciacca ci sono arrivata per caso o, se preferite, grazie al destino.

Una rete di conoscenze mi ha portato a conoscere Cristiano, mi ha portato nella Content Academy, mi ha portato a conoscere la mia collega - adesso amica - Michela. Una super compagna d'avventura.

Assieme abbiamo partorito il progetto #enjoySciacca, pensato per il residence BfB San Marco, che ci ha condotto a un viaggio ricco di meraviglia - e lavoro - nell'incantevole cittadina di Sciacca.

Perché far base a Sciacca? Perché è una splendida cittadina vocata al turismo, ma ancora autentica e non troppo blasonata. E non solo: è un ottimo punto di partenza per esplorare buona parte della Sicilia. Da Palermo a Selinunte, da Mazara del Vallo a Sambuca, dalla Valle dei Templi a Scala dei Turchi, ad Agrigento. 

Perché dormire al BfB San Marco? Perché è un'oasi di pace in cui Cristina, la dolce proprietaria, vi aiuterà a organizzare al meglio il vostro viaggio, facendovi sentire a casa. Sei villette indipendenti immerse in un silenzioso giardino con al centro una grande piscina ideale per trascorrere qualche ora di puro relax. 

Un posto che io e Michela non abbiamo a tardato - inconsciamente - a chiamare casa