Era la primavera del 2012. Io non avevo ancora un blog e non avevo neppure uno smartphone.

E questo significa che molti dei miei amici mi prendevano in giro perché non potevo comunicare con loro su WhatsApp.

Eppure non era questo che mi faceva sentire fuori dal mondo.

No, a me non importava tanto di Whatsapp - potevo compensare con una telefonata o un messaggio su facebook. Quello che mi faceva davvero crogiolare nella tristezza era il fatto che non potessi utilizzare Instagram.

Ogni volta che nella home di facebook mi apparivano foto accompagnate da #instasun#instafriends#instafun - rigorosamente senza spazi - immaginavo il momento in cui anche io avrei potuto condividere le mie foto su Instagram.

Dopo qualche mese ho acquistato il mio primo smartphone e quel momento tanto bramato è finalmente arrivato.

Ho scaricato la app e non ho smesso più di usarla.

Con la tenerezza con cui si sfogliano gli album di foto della nostra infanzia, ricordo i miei primi follower, la mia inventiva con didascalie terribili tipo "Pic in the Pic" grazie alle quali il mio ragazzo ha un pretesto per deridermi a vita, la mia ostinazione nell'utilizzo dell'effetto Sierra - il peggiore, credo - e l'immensa gioia provata quando le mie foto hanno iniziato a superare i 10 like - e quindi sotto non apparivano più i nomi degli altri utenti.

Erano belle soddisfazioni all'epoca!

Ecco, con Instagram è stato amore a prima vista.

E non un semplice flirt, ma un amore destinato a crescere sempre più nel tempo.

Ancor più oggi che lo utilizzo per accompagnare e documentare i miei viaggi.

Lo so, molti sono ancora scettici e ritengono che il mondo di Instagram sia artificiale, che la vera fotografia sia ben altro. Beh, io non la penso così e in un post di qualche tempo fa vi ho spiegato anche perché.

Da quando ho iniziato a utilizzare Instagram (ancor prima di scrivere di viaggi), ho intuito il suo grande potenziale nel trasmettere emozioni e raccontare una destinazione.

Ho subito iniziato a condividere - seppure con pessimi effetti giallognoli e ipersaturati - le mie foto di viaggio e, tramite la ricerca per hashtag, ho scoperto nuovi orizzonti, ho conosciuto viaggiatori vicini e lontani.

Ho conosciuto una ragazza cinese che ama follemente l'Italia - in particolare Firenze e la Juventus - e mi ha promesso che presto tornerà qui per venirmi a trovarmi in Puglia; ho conosciuto persone che, attraverso le mie foto, sono arrivate al mio blog e adesso mi seguono assiduamente. Ho conosciuto altri utenti della mia città che, col passare del tempo, sono diventati miei amici e fanno parte della mia quotidianità. Ho scoperto la bellezza degli instameet e ho capito la loro importanza per conoscere il territorio.

E quindi, perché utilizzo Instagram in viaggio?

  • Perché è immediato. Perché basta scattare ed editare e in pochi minuti si può comunicare quel che si vede, quel che ci emoziona. Le nostre foto, assieme ai nostri viaggi, divengono facilmente fruibili, stimolo e ispirazione per altri viaggiatori.
  • Perché è un social "aperto" e favorisce l'interazione. Il confronto è immediato e tramite i commenti ci si può scambiare apprezzamenti, ma soprattutto consigli e informazioni utili. Sì, a volte mi è capitato di ricevere utili informazioni di viaggio proprio via instagram. 
  • Perché, tramite la ricerca per hashtag, sbircio le foto delle varie destinazioni che ho in programma di raggiungere. Potrei spulciare le foto che mi propone Google? Certo, ma io mi fido più di Instagram che di fotografi professionisti. Con la ricerca per hashtag posso trovare di tutto: dalle foto degli utenti suggestedagli scatti degli utenti con poche decine di follower. Questo mi permette di avere una panoramica complessiva della destinazione e delle emozioni che questa può trasmettere. Per pianificare il viaggio in Costa Rica mi sono affidata proprio alle foto di Instagram. 

come utilizzo Instagram in viaggio?

[il "come" è ovviamente del tutto soggettivo]

  • Io amo i colori e quando fotografo cerco di non nasconderli utilizzando filtri come il b&w o il seppia, né accentuarli con un eccessivo contrasto o con effetti che renderebbero la foto troppo satura. Come vi avevo accennato nell'altro post, uso molto VSCOcam, ma cerco di calibrarlo in modo da non rendere i miei scatti troppo cupi. 
  • Le immagini devono raccontare una storia. Non devono raffigurare semplicemente un posto, ma devono coinvolgere, incuriosire, emozionare. Qualche giorno fa, mentre leggevo un bellissimo articolo nella sezione "instragramer" di manfrottoimaginemore.comsono stata colpita da queste parole: 
"Se un’immagine cattura la mia immaginazione, di solito voglio saperne di più, e credo che lo stesso valga per molti altri. Le immagini vi parlano, vi fanno pensare ed entrano nella vostra mente! Quello che cerco di fare è raccontare la storia di un luogo e spero che le mie fotografie lo facciano."
  • Le immagini devono essere creative. Stimolate la fantasia! Oltre alla classica foto della Torre Eiffel, potrebbero esserci altri svariati modi per immortalarla. Provate a giocare con le proporzioni o con le altezze. Io ci ho provato sulle terrazze del Duomo di Milano. 
  • Mi piace vedere chi si nasconde dietro le gallery di viaggio che più mi piacciono. Sì, sono una persona curiosa - e penso di essere in buona compagnia, eh! Credo che per raccontare le destinazioni con le immagini sia bello raccontare anche un po' di sé, anche solo in maniera velata. A volte, oltre alla curiosità, subentra anche un fattore puramente estetico: un paesaggio piuttosto piatto (un'infinita distesa di verde o l'immensità del deserto) può essere reso più accattivante dalla presenza di un soggetto

Voi che ne pensate? :)

[ tutte le foto sono nella mia gallery @manuelavitulli ]