Manhattan è magnifica.
Con tutti i suoi immensi grattacieli offre uno spettacolo unico. E toglie il fiato, sempre.
Ma Manhattan non è sinonimo di New York.
Esplorare la Grande Mela significa anche allontanarsi da quella comfort zone che per molti è rappresentata dalla Manhattan più chic. Significa spingersi oltre, perdersi tra gli odori nauseabondi di Chinatown, verificare se il Bronx è davvero così pericoloso come dicono, passeggiare tra i cortili della Columbia University di Harlem, tra i parchi e i graffiti di Brooklyn.


New York è fatta da tante sfaccettature che la rendono multietnica, un microcosmo che racchiude gente proveniente dai Paesi dell'intero globo. E che quindi hanno esportato le loro tradizioni, le loro usanze, i loro modi di vivere. Un melting pot, un calderone in cui si fondono e si confrontano culture e individui estremamente differenti.

Questa consapevolezza è in continua crescita tra i visitatori e così il turismo a New York sta cambiando forma. Non solo Manhattan, ma anche i quartieri delle periferie pian piano stanno conquistando il cuore dei viaggiatori. Probabilmente perchè qui lo scorrere del tempo rallenta, diminuiscono gli eventi mondani, si attenua notevolmente la confusione. Nella periferia la vita si fa a misura d'uomo e assume una dimensione meno patinata e più reale.

Ma. C'è sempre un ma.

Considerando il tempo necessario per gli spostamenti, come fare a visitare tutti questi quartieri avendo pochi giorni a disposizione? Io avrei una soluzione - che poi è quella che ho sperimentato personalmente - e si chiama Musement.
Musement permette di prenotare tour selezionati al miglior prezzo ed evitando le antipatiche e noiosissime file. Non si tratta dei soliti tour, ma di tour personalizzabili, organizzati su misura e incastrando diverse attività interessanti.



Tra le numerose opzioni disponibili per la scoperta di New York, ho scelto un tour classico dalla durata di 48 ore che mi ha dato la possibilità di esplorare meglio i quartieri più periferici mediante i loop, ovvero i giri in bus con vari percorsi (uno per Downtown Manhattan, uno per Uptown Manhattan ed Harlem, uno per il Bronx, uno per Brooklyn ed uno notturno).
La mia scelta è derivata soprattutto dal desiderio di avere una visione complessiva dei quartieri newyorchesi e di poter scendere alle fermate ritenute da me interessanti per poter vivere l'esperienza nella Grande Mela senza sprecare tempo prezioso, senza chiedersi quale sarà la fermata giusta per arrivare in un determinato punto di interesse. E magari poi sbagliare e perdere tempo.
Musement rende tutto più semplice. E se poi qualcosa vi colpisce particolarmente ma non avete voglia di fare una lunga sosta, potrete sempre tornarci alla fine del tour - come ho fatto io. 
Inoltre ho apprezzato tantissimo la presenza di una guida reale sul bus, un newyorchese in carne ed ossa a cui poter fare domande e non una di quelle noiose voci registrate.



Brooklyn è molto più vicina a Manhattan di quanto si pensi.
Dal World Trade Center, SoHo e Chinatown basta poco e ci si trova improvvisamente immersi in una realtà più pacata, ma pur sempre dinamica.
Da quando vi sono ponti a collegarle, in tanti - inclusi artisti e professionisti - hanno deciso di trasferirsi nella più tranquilla ed economica Brooklyn (anche hotel e ostelli qui sono molto meno costosi).
C'è davvero tanto da vedere...e ce n'è per tutti i gusti: Brooklyn Heights, Prospect Park, il giardino botanico, la biblioteca pubblica fino ad arrivare ovviamente a Coney Island.
Inoltre Brooklyn offre una vista niente male su Manhattan. I fotografi e aspiranti tali possono davvero sbizzarrirsi!

 

Harlem è stata un'altra sorpresa. Le sue chiese, i cori gospel, gli scuolabus gialli "appollaiati" ovunque e le passeggiate curiose tra i cortili della Columbia University (ne avevo già parlato lo scorso anno in questo post).


E poi c'è il Bronx.
Già il nome fa figo. Nell'immaginario collettivo è un quartiere pericoloso, da evitare assolutamente.
I miei genitori, se solo sentono la parola Bronx, immaginano proettili volanti e gang di criminali.
Prestare attenzione? Sempre, questo è ovvio.
Eppure io non mi sono mai sentita in pericolo in questo quartiere. Nè lo scorso anno, nè quest'anno.
Vi dirò di più: mi piace e mi incuriosisce da matti.
Dista pochissimo da Manhattan ma culturalmente ne è agli antipodi.
Basta prendere la metro per raggiungere una fermata qualsiasi nel Bronx. Vedrete che la gente muta radicalmente, cambia il colore della pelle, cambia lo stile nel vestire, il modo di porsi.
I turisti diminuiscono sensibilmente ed io mi sento più piccola tra i modesti appartamenti del Bronx che tra i lussuosi e altissimi grattacieli di Manhattan.

Le finestre, ampie e a portata di passante, lasciano intravedere quel che succede tra le mure domestiche.
Ho visto gente comune, bambine con le treccine e due occhioni enormi che mi osservavano con le mani sui vetri. Non le ho volute fotografare, ma credetemi, erano stupende.
Il Bronx permette di sbirciare i retroscena, il lato umano della città. Questo non è possibile a Manhattan, che è sempre troppo frenetica. Persino nei parchi.

Quest'anno sono andata nel Bronx anche per un altro motivo: ritrovare quell'Italia che ha piantato le radici in America.
In un vecchio post avevo già detto la mia su Little Italy, ormai inglobata da Chinatown.
E quindi sono andata alla scoperta di Arthur Avenue, nel Bronx, ormai divenuta centro storico dell'immigrazione italiana dei primi del '900. Ho passeggiato  tra i suoi negozietti e nelle stradine vicine, quelle che ha attraversato Robert De Niro nella seconda parte de Il Padrino.
Ho visto alcuni segni della comunità albanese, che a quanto pare è in espansione a New York.

E poi mi sono chiesta: "Che ci fanno scarpe appese ai fili della luce?"
Pare che attorciglino i lacci di una scarpa con quelli dell'altra e poi le lancino in aria in modo che rimangano appese ai fili elettrici. Devono essere davvero in gamba.
Ma perchè lo fanno?
Mi sono informata e sembra che ci siano diverse ipotesi.
Forse un simbolo di liberazione, forse un segnale di delinquenza... non si sa con esattezza.

L'unica cosa che posso affermare con certezza è che il Bronx è un grande contenitore. E vale la pena farci un giro.



Informazioni utili

Il tour classico di Musement include, oltre ai loop, il biglietto d'ingresso a queste attrazioni:

- Empire State Building Observatory oppure Top of the Rock
-  Traghetto per la Statua della Libertà / Ellis Island
-  Biglietto del Museo della Città di New York