Tutti conoscono Dubai per i luccichii, l'oro e lo sfarzo ostentato. Ciò ha colpito anche me - lo ammetto - ma dopo i primi wow qualcos'altro ha catturato la mia attenzione. 

Dubai sono stata letteralmente catapultata in una realtà molto diversa dalla nostra. 

Tra una moltitudine di turiste occidentali in costume, shorts o minigonna, c'erano donne totalmente coperte da chador e burqa. Sono loro ad avermi ammaliato.

Non che non ne avessi già viste, ma in questa città lussuosissima e (apparentemente) moderna l'antitesi si fa davvero evidente e non ho potuto evitare di pormi delle domande. Quelle donne che, coperte da capo a piedi sotto il sole cocente, passeggiano in spiaggia accanto al marito in bermuda e t-shirt, sono davvero felici

Cosa si cela dietro quel velo? 

Quali sono i loro sogni, le loro speranze, i loro desideri?

Cosa hanno pensato guardando la mia gonna abbinata con una canotta? 

Forse sono indignate nel vedere l'abbigliamento e l'indipendenza delle donne occidentali..

E se così fosse, perché ho visto ragazze della mia età indossare il burqa abbinato a giubbini in jeans e moderne scarpe e pochette?

Tutte queste domande mi lambiccavano il cervello giorno dopo giorno.. 

Nel deserto mi hanno anche fatto provare questi indumenti che mi hanno procurato un fastidio non indifferente. Con quell'abito nero ho perso la mia personalità. Sono stata privata della mia libertà di espressione, seppur per pochi minuti, seppure per "gioco". L'ho trovato alquanto agghiacciante

Di ritorno in Italia ho deciso di rileggere un libro che ho molto a cuore, Mille Splendidi Soli di Khaled Hosseini. Nel libro il contesto è un pò diverso, ma l'autore si impegna a raccontare al lettore quel che si può celare dietro un comune burqa. Storie imprevedibili. 

Poichè questo è il Maggio del libro, approfitto di questo post per riportare alcuni versi che forse potrebbero raccontare la storia di una di quelle donne che ho incrociato a Dubai.. chissà.

"Ma io appartengo ad una diversa razza d'uomini, Mariam. Vengo da una città dove, uno sguardo sbagliato, una parola sconveniente, e scorre il sangue. Vengo da un posto dove il volto di una donna è affare solo del marito. Voglio che lo tieni a mente." [...]
Mariam non aveva mai indossato il burqa. Rashid dovette aiutarla a infilarlo. Il pesante copricapo imbottito le stringeva la testa. Era strano vedere il mondo attraverso una grata. Nella sua stanza si esercitò a camminare, ma incespicava continuamente nell'orlo. La innervosiva non poter vedere di lato, ed era sgradevole sentirsi soffocare dal tessuto che le copriva la bocca. [...]


Nonostante ci sia uno sconforto generale, nonostante ci siano ancora molti passi avanti da compiere per la condizione della donna, mi sento fortunata.