East Side Gallery: un chilometro e mezzo di storia.

Forse il chilometro e mezzo più bello mai percorso.

Percorrendo quel che rimane del Muro di Berlino mi sono sentita viva.

Viva come i colori che lo dipingono,

viva come i messaggi che lo ricoprono.

Ma dico.. SIAMO IMPAZZITI?

BERLINO - "Il Muro di Berlino deve restare". Scandendo questo slogan dal sapore surreale, nella capitale tedesca stamani circa duecento persone sono riuscite momentaneamente a impedire che, per agevolare la costruzione di un edificio residenziale di lusso, le ruspe abbattessero un tratto di 20 metri di blocchi di cemento residui della Repubblica democratica. Il tratto di Muro in questione, lungo il fiume Sprea, fa parte dell'East-Side Gallery, come è stata ribattezzata quella striscia di cemento di 1,3 chilometri su cui nel 1990 oltre 120 artisti hanno dipinto murales ormai storici, divenuti da tempo una delle maggiori attrazioni per turisti e appassionati di storia berlinese.

E allora mi sono chiesta perché

Perché hanno ben pensato di costruire lungo il fiume appartamenti di lusso. In sei giorni sono state raccolte oltre venticinquemila firme contro la rimozione. Pare però che sia il governo tedesco, che l'Unione Europea siano impassibili a tutto ciò. 

Sembrerà assurdo, ma sono davvero inferocita e al tempo stesso amareggiata. Ho percorso quel chilometro e mezzo di muro per ben due volte, una di sera ed una di mattina. L'emozione è stata fortissima. Le frasi dipinte su ogni graffito sono molto forti. Sono frasi che inneggiano alla libertà dopo tanti anni costretti a sopportare la vista di un muro senza alcuna possibilità di valicarlo. 

E anzi, più che chiamarlo muro, io preferisco sempre chiamarlo col suo attuale nome: East Side Gallery. Una galleria d'arte, perché la street art è Arte

Col suo abbattimento non solo scompare una delle maggiori "attrazioni" berlinesi, non solo diciamo addio alla più bella galleria di graffiti a cielo aperto, ma soprattutto perdiamo un pezzo di storia, una testimonianza della sofferenza di una città divisa, spezzata in due senza alcun criterio. Sì, senza alcun criterio, perché questo muro non divideva semplicemente la città spezzando in due strade, piazze e viali, ma entrava anche all'interno delle case dividendo famiglie sotto lo stesso tetto. Tutto ciò è agghiacciante, e il museo a Checkpoint Charlie può darne un'idea. Ma non basta!