Sono in treno. Solo venti ore fa ero a Kathmandu immersa tra templi, cremazioni e riti induisti. E adesso di fronte a me ho il mare. Vedo sfilare la costa adriatica dal finestrino e mi sento piena, ricca, fortunata.

Nelle ultime 24 ore ho vissuto due vite, almeno così mi sembra.

Sono partita con uno zaino più grande di me, un po' di incertezze e un grande sorriso, quello non manca mai. 

Partire per un nuovo Paese con un gruppo che non si conosce pienamente non è mai una garanzia, oserei dire che è una scommessa. Bisogna amalgamare personalità diverse, abitudini diverse, tessere quel sottilissimo filo chiamato feeling. 

Abbiamo vinto la scommessa. Il viaggio ci ha messo a dura prova, ci ha costretto a smussare angoli del nostro carattere, ad aiutarci l'un l'altro, a sopportare la febbre dilagante nel gruppo, ad affrontare ore ed ore di viaggio in bus tra clacson insistenti e norme stradali pressoché inesistenti. 

Questo viaggio ha messo alla prova anche i miei limiti, le mie convinzioni più radicate. 

Rientro sfinita, ma al tempo stesso entusiasta. Con un cuore straripante di emozioni da metabolizzare, capire, da scrivere, da condividere, da trasformare in azioni. 

Ho una valanga di foto da scaricare ed editare. Le foto che, anche tra qualche anno, mi faranno rivivere le stesse sensazioni, mi ricorderanno quegli odori, quel cielo azzurro ma sempre velato per lo smog. Mi ricorderanno quella gente, quelle ragazze che mi hanno assalito per tempestarmi - e tempestarsi - di selfie. Mi ricorderanno di quei bambini che si avvicinavano per giocare, di quella donna che, vedendomi col tika sulla fronte, mi ha scambiato per una ragazza nepalese. Mi ricorderanno tante cose. 

Delle lacrime versate tra le macerie, degli occhi lucidi e del nodo allo stomaco davanti al gigantesco Buddha del tempio di Pharping. 

Di un Capodanno nepalese, dei festeggiamenti annessi. Mi ricorderanno cosa significa iniziare un nuovo anno dall'altra parte del mondo. Il 2073. 

Sì, agli albori del 2073 avevo 25 anni ed ero in Nepal. Ecco cosa potrò raccontare tra qualche anno. 

Incredibile cosa fanno alcuni viaggi.

Hanno un potere incredibile, hanno qualcosa di soprannaturale: ti fanno vivere più vite. 

Immagino me a Kathmandu che osservo l'orizzonte dalla finestra della mia camera d'hotel. Mi ravvio i capelli con lo sguardo sognante, in piena notte. E mi sembra un'altra, bellissima, vita. 

Viaggi come questo ti rendono il protagonista indiscusso del tuo libro. Il bestseller della tua vita. 

Questo è solo un racconto sconclusionato. Presto arrivano i diari di viaggio, quelli veri (potete già dare un'occhiata al sito ufficiale www.nepalroutes.com per ripetere la nostra avventura). 

E intanto dal finestrino inizio a vedere i colori del mio amato Sud Italia. Ed io rotolo verso casa. Back to reality. 

Si torna alla "solita" vita, con tanta malinconia e un nuovo sapore. 

La vita è un viaggio e chi viaggia vive due volte

- Omar Khayyam