Ieri, passeggiando per Catania, parlavo con due amiche dell'età, dei cambiamenti, dell'insostenibile scorrere del tempo, dell'inarrestabile crescita di ognuno di noi. 

"Lo strano percorso", diceva una vecchia canzone dei mitici 883. 

Questa cosa della crescita non l'avevo considerata. 

Non avevo mai dato credito a coloro che mi dicevano che dopo i 25 anni il tempo vola e le cose cambiano per davvero.

È davvero strano per una come me, abituata ad essere la più giovane da sempre. 

Ricordo ancora quando mia madre e l'insegnante dell'asilo mi proposero di anticipare di un anno l'ingresso alla scuola elementare. 

Finii dalle suore (e chi si dimentica tutti i castighi dietro la lavagna, una delle esperienze più buffe e al tempo stesso traumatiche della mia vita)perché all'epoca non era possibile fare la "primina" nelle scuole pubbliche. 

Va da sé che da quel giorno ho sempre frequentato gente più grande di me. 

Ero sempre la più piccola e, mentre allora pensavo che la cosa mi infastidisse, adesso realizzo che quel sentirmi una mascotte mi faceva star bene, mi faceva sentire speciale, privilegiata. 

Mi piaceva circondarmi di persone più mature capaci di arricchirmi con le loro esperienze. E amavo sentirmi dire che dimostravo più anni rispetto alla mia età anagrafica. 

Finché.

Finché un bel giorno compi gli anni e realizzi che tutto sta cambiando. 

Hai abbandonato il ruolo della più giovane da un pezzo e il tempo sta passando anche per te. 

L'alibi della primina è ormai sfumato, non importa più a nessuno. 

Devi farti carico dei problemi degli adulti, delle responsabilità, delle cose serie - così dicono - della quotidianità. 

Mi ritrovo a vedere vecchie foto pensando a quanto scorre veloce questa vita, sembra che faccia di tutto per sfuggirci dalle mani. 

E più si cresce, più sembra che rimpicciolisca lo spazio per l'anima. Perché si necessita di più tempo per accudirla. 

Mi viene in mente un'immagine che ritrovo spesso in rete, con l'omino che, man mano cresce, riduce le dimensioni del suo cuore. 

Mi vengono in mente storie come il favoloso mondo di Amelie, in cui una ragazza sognatrice si scontra con la vita reale, con la ruvidezza della gente e quegli angoli che - ahimè - non possono essere smussati. 

Non è cinismo, è la vita che cambia, che va avanti. 

E devi accettarla, prendendo tutto il buono che c'è, scartando quello che ti piace meno e cercando di custodire quell'ingenuità di quando eri bambino. 

Quello stupore, quell'entusiasmo che non puoi lasciar scappare via. 

Alcune amiche annunciano le nozze, altre di aspettare un figlio. Insomma, i miei coetanei - con mia immensa felicità -compiono grandi passi.

E io con loro (anche se non mi sposo,eh).

Dalla scelta dell'abito per la tua festa dei 18 anni a quella dell'abito per il matrimonio della tua cara amica il passo è breve. 

Sembrano passati secoli, o forse solo una manciata di giorni. Punti di vista. 

La mente ha un grande pregio: quello di spaziare da un ricordo all'altro non seguendo un ordine cronologico, bensì emozionale. Scarta i ricordi triviali e conserva quelli più profondi, quelli da nodo in gola che ti faranno ancora accapponare la pelle tra qualche anno - già lo sa. 

Il fatto è che nessun libro ti racconta cosa significa crescere. Nessun insegnante, nessun professore. 

Un bel giorno ti svegli e ti senti grande. 

Ci pensa la vita. 

E tu non puoi far altro che impegnarti a restare così come sei, a non far rimpicciolire il tuo cuore, a non dimenticare quel bambino che era parte di te. 

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