Il sole che cala. L'orizzonte che si fa infuocato. Il cielo caldo, ma malinconico perché l'estate volge al termine.

Io chiusa in camera che scrivo. Io che cerco di dar forma a quel casino di pensieri che ho in testa per trasformarli in parole. Come due anni e mezzo fa, dopotutto non è cambiato nulla.

Quando mi hanno detto che sono in nomination come miglior sito di viaggi ai Macchianera Awards (i premi della BlogFest) non ci credevo. E non ci credo tuttora.

Gli scorsi anni ho votato immaginando l'emozione dei candidati, dei colossi per me. Quest'anno leggere il nome del mio blog tra quei colossi mi spiazza. Mi spiazza alla grande.

Sono felice. Di una felicità strana, di quelle che ti fanno riflettere, che ti fanno voltare - legittimamente, almeno per una volta - indietro.

Ricordo quel pomeriggio, due anni e mezzo fa, in cui mi sono buttata nell'avventura del blog.

Questo blog era un gioco, un diario segreto che non volevo far scoprire agli altri un po' per vergogna, un po' per pudore dei miei pensieri. Il blog era la mia vita parallela, racchiusa tra le mura di casa e nello schermo del computer. Nessuno doveva scoprirlo, a parte pochi intimi.

Pian piano nascondermi è diventato impossibile e ho dovuto rinunciare al mio rifugio.

Se da una parte questo mi ha portato tanti risultati e soddisfazioni, dall'altra è stato come regalare per sempre una parte di me. Rinunciare alla privacy e far diventare la mia vita di dominio pubblico.

Certo, l'ho voluto io.

Eppure questo blog non è una testata, non è un sito multiautore. Questo blog (con tutti i social) è uno specchio di me stessa. Non posso fare altrimenti, perché non riesco a condividere qualcosa privandola di un'identità.

Per una persona piuttosto riservata come me, ciò significa vivere una continua lotta tra il condividere e il tenere per sé, una continua ricerca dell'equilibrio.

La scissione tra quello che voglio rendere pubblico e l'intimità, che per me resta fondamentale.

In questi due anni e mezzo di avventure col blog ho viaggiato tantissimo, ho scritto fiumi di parole, ho gioito, ho imparato tanto, ma ho anche lottato e sofferto. Silenziosamente, perché non sono per la negatività, ma per la condivisione delle cose belle.

Non è stato facile e non sono mancati momenti in cui ho pensato "Basta, chi me lo fa fare?", ma quando si crede davvero in qualcosa è difficile gettare la spugna.

Ringrazio quel pomeriggio di due anni e mezzo fa perché quella piccola pazzia mi ha portato qui. Sempre nello stesso posto, ma molto più ricco di gente, affetto e sorrisi.

In questi anni ho imparato tanto. Non solo dai luoghi che ho visitato, ma soprattutto dalle persone incontrate. Ho imparato tanto umanamente, persino da chi non aveva nessuna intenzione di insegnarmi qualcosa.

Sono cresciuta, ma sento di essere rimasta più o meno la stessa. Con le stesse manie, gli stessi difetti, la stessa curiosità, la stessa urgenza di scrivere, le stesse passioni, le stesse insicurezze.

E devo ringraziare voi.

Voi che passate ogni tanto, voi che non perdete nemmeno un post, voi che mi avete appena scoperto. Voi che rendete questo blog un salotto più che un sito.

Grazie.

Mai smettere di credere nelle proprie passioni. Mai rinunciare ai propri sogni. Mai.

E se vi va di sostenermi ancora, potete votarmi qui: