La felicità è dietro l'angolo.

Lo so, detto da me potrebbe sembrare un paradosso.

Detto da una persona con la valigia sempre a portata di mano può suonare banale, scontato, forse un po' falso.

E invece no. Vi assicuro che per me è proprio così.

Nessuna paternale. Con questo post voglio semplicemente raccontarvi un po' di me, del mio percorso, delle nuove consapevolezze e della mia (nuova) idea di felicità.

Cosa accade quando una ragazza sogna di poter fare del viaggio uno stile di vita?

Cosa succede quando una ragazza insegue il suo sogno con una tenacia tale da accorgersi che forse, alla fine, ce l'ha fatta sul serio?

Succede che quella ragazza si schianta contro lo straordinario potere dei suoi sogni.

Ecco. Mi è capitato proprio questo.

Senza che nemmeno me ne accorgessi, ho corso talmente tanto che non mi sono accorta di essere arrivata a quello che un tempo consideravo il mio traguardo, a quello che per me era sempre stato l'obiettivo, la massima espressione della felicità: fare del viaggio una costante della mia vita.

Il punto, tuttavia, è che dopo aver raggiunto un obiettivo non puoi permetterti di sederti e oziare dolcemente. No, non puoi mica ritenerti soddisfatto. Ti sembra di aver fatto ancora troppo poco, soprattutto quando - all'improvviso - si materializzano davanti a te nuovi traguardi da raggiungere.

Le mie nuove consapevolezze partono da qui.

Dal momento in cui ho capito che la felicità non risiede nei traguardi e non consiste neppure nel percorso lungo il quale ci si affanna per raggiungerli.

La mia felicità è dietro l'angolo.

La mia idea di felicità è mangiare un panino di pesce a Polignano, è trascorrere una serata ridendo a crepapelle con gli amici, è guardare il tramonto sulla spiaggia con colui che mi è sempre accanto. Un insieme di piccole cose a cui difficilmente è possibile attribuire un appellativo, ma che sicuramente rientrano nella sfera della semplicità.

La mia idea di semplicità - adesso - consiste rigorosamente nelle cose semplici.

Le cose non sono poi così cambiate negli anni.

Ciò che mi rendeva felice un tempo è quel che mi rende felice adesso.

La differenza? Prima non avevo gli strumenti per apprezzare la bellezza della semplicità.

È lo straordinario che ci fa prendere coscienza della meraviglia dell'ordinario.

E difatti io avevo bisogno di viaggiare tanto - e senza sosta - per cogliere pienamente il valore dei weekend nella mia Puglia.

Al punto da provare nostalgia, al punto da sentire una morsa allo stomaco tornando in alcuni luoghi che prima facevano parte della mia quotidianità, al punto da rendermi conto - molto spesso - che non vi è altro posto in cui vorrei essere.

E quindi adesso?

Certo che si viaggia ancora.

Ma con i piedi per terra, nella mia terra, senza necessità di errare senza tregua.

Perché a volte è bello concedersi il lusso di ruotare il mappamondo comodamente da casa.

Perché il vero viaggio è quello che conduce alla felicità. E io a casa sono felice.

Amo viaggiare e continuerò a farlo, ben consapevole, però, che la felicità - quella vera - non va cercata chissà dove.

È dietro l'angolo.