Negli ultimi anni mi capita spesso di viaggiare da sola e - come vi ho scritto in un post di qualche tempo fa - solitamente l'idea di andare in aeroporto, di dover prestare attenzione agli orari senza qualcuno su cui fare affidamento (io sono terribilmente sbadata), beh, mi manda in paranoia.

Lo so, sembra assurdo, ma è così. La chiamo ansia pre-partenza.

Questo costante stato di ansia si placa solo una volta che, dopo aver inserito il bagaglio nella cappelliera, mi siedo e allaccio la cintura in attesa che l'aereo decolli.

Da quel momento in poi inizio a respirare normalmente, lo stomaco smette di fare i capricci e io mi sento finalmente in pace. Tra le nuvole.

Perché amo volare.

Amo volare perché in aereo mi disconnetto dal mondo, spengo il telefono, spariscono le mille notifiche e con queste la voglia di dare un'occhiata ai social network, di controllare la posta.

Amo volare perché in volo mi dedico a quello che più amo fare: scrivere (questo post nasce proprio così), leggere, spararmi un film dopo l'altro, pensare.

Sembra che i pensieri assumano un'altra natura lassù. Molto più distaccata da quel che è terreno, molto più genuina.

Amo volare perché mi proietto già verso la destinazione, sia che sia un'andata sia che sia un ritorno (un po' come la canzone di Cremonini). Perché anche casa è - a suo modo - una meta del viaggio.

Amo volare perché posso dedicare il mio tempo ad osservare la gente, uno dei miei hobby preferiti. Non mi prendete per una stalker eh, ma piuttosto per una appassionata osservatrice.

Osservo tutto, ascolto.

Ascolto i discorsi dei nonnini che teneramente affrontano le loro paure per raggiungere i nipoti lontani. Ascolto le chiacchiere tra ragazzi, quelli che parlano delle compagnie aeree, quelli che parlano di futilità, quelli che parlano di ciò che faranno una volta giunti a destinazione.

E poi ascolto i bambini. I bambini che chiedono sempre "quanto manca?", i bambini che osservano le nuvole con gli occhi innamorati, i bambini che fanno i capricci per la noia e quindi inventano giochi, trovando sempre un modo originale per ammazzare il tempo.

I bambini che allacciano la cintura fieri di prendere un aereo come un vero adulto.

viaggi con i bambini mi fanno ricordare quando col naso all'insù guardavo gli aerei sfilare nel cielo cercando di immaginare il mio primo volo. Nel seguente video questo aspetto è evidenziato più che mai, un'iniziativa che io trovo simpaticissima.

E sorrido sempre quando l'aereo sta per atterrare e i bambini schiamazzano esclamando "Che bello! Wooow!" mentre le lucine della città si fanno sempre più vicine.

Mentre osservo il loro comportamento entusiasta tra me e me penso sempre che è proprio vero. Caspita, è tutto così bello.

E forse è proprio per questo che amo volare. Mi ricordo che una parte di me rimarrà sempre piccina.