Tutto quel che mi accade nella quotidianità è per me uno stimolo.

Tutto quello che leggo, che osservo, che capto.

E così dentro di me accumulo tutto, come una sorta di raccoglitore. Una banca dati in continua elaborazione. Una banca dati che custodisco gelosamente.

Sì, perché nella vita quotidiana mi riesce difficile scoprire completamente questa parte più intima, provo a proteggerla.

Quando scrivo, invece, riesco a dare libero sfogo ai miei pensieri più introspettivi, alle mie impressioni, alle mie fragilità.

E - credetemi - è meraviglioso.

Quando scrivo sono davvero me stessa e mi sento pervasa da un eccitante senso di libertà.

Sento di avere in mano la mia vita. Sento di essere l'unico modello da seguire nella mia vita.

Scrivere mi ha aiutato molto a lavorare sull'assurda convinzione che chi ai nostri occhi - o agli occhi di chi ci è vicino - appare come una persona di successo, beh, sia un esempio da emulare.

Guarda cosa ha fatto questo ragazzo! Perché non lo fai anche tu?

Quante volte ci abbiamo pensato o ci è stato detto qualcosa di simile?

Tuttavia nessuno garantisce che se qualcuno ha raggiunto un determinato obiettivo, noi, emulandolo, potremmo fare lo stesso. Nessuno garantisce che il nostro ideale di felicità sia lo stesso ideale perseguito da altri.

Nessuno può stabilire che cosa sia meglio per noi, eccetto noi stessi.

Oggi, più che mai, viviamo di modelli.

Di uomini coraggiosi che mollano tutto e partono alla ricerca della felicità, di persone che dopo un determinato percorso sono riuscite ad ottenere il tanto bramato posto di lavoro, di blogger di fama internazionale che hanno sbarcato il lunario.

Queste persone possono essere considerate dei modelli nella nostra vita?

Non credo alle chiavi del successo e detesto profondamente chi prova a influenzare le scelte altrui, magari con improbabili paragoni.

Le persone che stimo per me non rappresentano modelli da copiare, ma una grande fonte d'ispirazione.

Posso apprezzare quello che fanno gli altri, apprendere dalla loro bravura ed esperienza, ma niente di più.

Solo io so quello che voglio, solo io conosco le mie priorità, le mie passioni, i miei ideali.

Solo io posso scolpire la mia vita, proprio come un vasaio farebbe con una delle sue opere (piccola digressione: scommetto che anche a voi viene in mente la scena del vaso di Ghost :D ).

Capire che non facciamo parte di un disegno prestampato o di una strada già segnata non è affatto semplice, ma è fondamentale.

E' importante lavorarci sin da subito, ancor prima della maggiore età.

La scuola, i genitori e la società dovrebbero contribuire a questo importante lavoro introspettivo.

Buona parte delle persone che conosco - come me, d'altronde - hanno scelto percorsi di studio non in linea con le proprie passioni, bensì con le esigenze di mercato o con i desideri altrui.

Perché? Perché necessitiamo di tempo per capire.

Per capire che il protagonista, la star della nostra vita siamo noi.

Finalmente l'ho capito. E assieme a me tante altre persone, inclusa la mia amica di cui vi ho parlato su Medium.

Cosa significa essere protagonisti della propria vita?

Fare le proprie scelte consapevolmente, assumersi le proprie responsabilità.

Svegliarsi col sorriso sulle labbra, avvertire una morsa allo stomaco per tutte le novità che il meccanismo della consapevolezza riesce ad innescare.

Significa mettersi in discussione senza paragonarsi agli altri, senza vivere un'inutile corsa dovuta a complessi di inferiorità, senza voler eguagliare un modello.

Perché sono io il mio modello.

Ognuno di noi è l'unico modello da seguire.

Questa è l'unica verità.