Sono passati mesi dal viaggio in Giordania

Mesi in cui avrei dovuto riporre nei cassetti le emozioni, ridimensionarle per far spazio a nuove avventure.

Ma con la Giordania è impossibile. Non ci si può sbarazzare di tutto quello che questa terra ha da offrire, di tutte le sensazioni che riesce tuttora a trasmettermi. 

E ogni volta che sfoglio le foto del viaggio, beh, ci ricasco. Mi vien voglia di salire a bordo del primo volo diretto in Giordania, di farmi travolgere da quell'aria secca, di mettere piede sul terreno brullo e di circondarmi di colori caldi, avvolgenti. Oro, sabbia, arancio, rosso.

E sono certa che prima o poi lo farò. Perché quando il richiamo è forte, il ritorno non può aspettare. Mi è già capitato con altre due destinazioni. 

Oggi, anche per merito di Elena che in questi giorni mi sta facendo sognare con le sue foto in Giordania, torno a parlarvi di questa terra di cui sono profondamente innamorata. E vi porto in un posto speciale, un posto che inizialmente avevo sottovalutato, per poi ricredermi alla grande. 

Jerash, la Pompei d'Oriente. 

Associando - erroneamente - la Giordania a Petra e al Mar Morto, temevo che il sito archeologico di Jerash sarebbe risultato noioso, soprattutto in confronto alle innumerevoli meraviglie archeologiche che vanta il nostro Paese. Soprattutto perché un sito archeologico dovrebbe avere una propria identità, senza essere associato alla nostra Pompei. E invece no. Mi sbagliavo di grosso. 

 Già dall'ingresso, rappresentato dall'imponente e suggestivo Arco di Adriano, ho capito che le mie riserve iniziali erano del tutto insensate. Una convinzione che ha preso sempre più piede durante l'esplorazione dell'antica città romana ancora ben conservata, anzi, quasi intatta.

Incredibile quanto la popolazione giordana si sia presa cura di questo piccolo grande gioiello ereditato dal passato e oggi ammirato da tutti. 

Dallo splendido tempio di Zeus - la cui visita è stata allietata dal suono deciso della cornamusa - al foro, ancora perfettamente integro e ben visibile sia da vicino che dall'alto, per una panoramica complessiva fatta di maestose colonne color sabbia. 

Camminando all’interno del sito lo stupore è continuo. Per le altissime colonne ancora perfettamente integre, per i resti sormontati dagli immensi capitelli, per il panorama circostante costituito dalle infinite casette della città nuova. 

Ecco, questo contrasto tra il passato e il presente a Jerash è più evidente che mai e porta alla riflessione. 

Una delle tante riflessioni che un Paese meraviglioso come la Giordania riesce a estrapolare dalla mente.

E forse è per questo motivo che non smetto più di parlarne sui miei social, in primis sulla pagina Facebook

Perché come leggevo ieri sul sito dell’ente del turismola Giordania non si dimentica

È impossibile.