Durante il tour in Giordania ho ricevuto numerose mail e messaggi entusiasti in cui mi è stato chiesto di fornire informazioni sull'itinerario e sulle varie tappe.

Sono stata felicissima nel constatare che la Giordania non ha sorpreso solo me, ma tutti coloro che hanno seguito la nostra esperienza. 

E così mi sono messa all'opera lavorando sulla mappa e ripercorrendo ogni singolo luogo che ho visitato in una settimana con i miei compagni di viaggio e con l' ente del turismo della Giordania

Ricordare ogni momento è un colpo all'anima (sigh!), ma va bene così.

Oltre alla mappa con il percorso stradale, ho arricchito questo post informativo con le foto di ogni singolo luogo, così che possiate farvi un'idea della bellezza che offre questo Paese.

  • Durata del tour: Personalmente ritengo che un tour di una settimana in Giordania consenta di toccare tutti i siti più importanti del Paese. Se, tuttavia, avete voglia di aggiungere una tappa sul Mar Rosso o nei castelli del deserto, consiglio di allungare il viaggio almeno di due notti.
  • Mezzi: Un fattore essenziale per raggiungere velocemente ogni zona del Paese è il noleggio di un'auto o la prenotazione di un tour individuale o di gruppo. Sottolineo che in Giordania si guida tenendo la destra e le indicazioni stradali sono sia in inglese che in arabo.  
  • Periodo: noi ci siamo stati dal 12 al 19 Settembre. Inutile dire che faceva caldo (anche oltre i 30° C), ma l'aria secca ha addolcito le temperature rendendole sopportabili. Pare che a fine Settembre le precipitazioni possono interessare il Paese.

Prima di iniziare il racconto dell'itinerario, vi ricordo l'importanza di stipulare una polizza sanitaria per viaggiare serenamente. È importantissimo sempre, in ogni viaggio. Io da anni utilizzo Heymondo, che è affidabile e ha un ottimo rapporto qualità prezzo. In più per tutti i miei lettori ho a disposizione uno sconto del 10% su qualsiasi tipo di polizza (se viaggiate molto, come nel mio caso, vi consiglio l'annuale per risparmiare e star sempre sereni). 

Primo giorno: Amman - Umm Qays - Jerash - Mar Morto

Siamo partiti da Roma con l'ottima compagnia Royal Jordanian per arrivare ad Amman, la capitale giordana (di cui vi parlerò alla fine del post), nel tardo pomeriggio. 

L'indomani ci siamo diretti ad Umm Qays, un centro filosofico risalente all'epoca bizantina. Da qui si può godere di una meravigliosa vista sul lago di Tiberiade e sulla Siria.

In realtà Umm Qays è solo un assaggio di quello che vedrete nella gloriosa, ammaliante Jerash - anche detta Gerasa e conosciuta come la Pompei d'Oriente. Mi hanno colpito la cura e l'attenzione che vengono dedicate al sito archeologico - mantenuto in perfetto stato!

Sembra proprio di fare un tuffo nel passato.

Vi stupirete nel vedere la cornamusa nella foto qui in basso, eppure pare che la cornamusa - esportata dagli scozzesi - ormai sia uno strumento entrato a far parte della tradizione giordana.

La prima giornata si conclude con un bagno nel Mar Morto, il lago salato situato tra Giordania e Israele. Un'esperienza che mi incuriosiva da sempre. 

Perchè? Perchè il Mar Morto, a 420 metri sotto il livello del mare, è il punto più basso della Terra. 

E non solo. Nel Mar Morto, a causa dell'elevatissima salinità, si può sperimentare un fenomeno troppo figo (il figo qui ci sta tutto): galleggiare! 

Non importa che siate proni o supini: comunque subirete una spinta verso l'alto che inizialmente vi farà ridere di gusto come fanno i bambini alle prime scoperte.

Non perdetevi lo spettacolo del tramonto, quando il cielo si tinge di rosa e d'arancio e il sole si tuffa all'orizzonte.

Abbiamo pernottato al Movenpick Resort and Spa Dead Sea, un'oasi di benessere per cui è inutile spendere troppe parole. Non sarà mai abbastanza. 

Raffinato, elegante, perfetto per ammirare il tramonto grazie alle due infinity pool. Il personale è gentilissimo e la SPA (Zara SPA) è fra le dieci migliori al mondo.

Consigli: fate in modo che l'acqua non entri in contatto con gli occhi onde evitare terribili bruciori ed evitate - questo vale soprattutto per noi donne - di radervi poche ore prima dell'immersione nelle acque salatissime del Mar Morto. Piccole ferite banali potrebbero costarvi moooolto care! ;)

Secondo giorno: Betania - Monte Nebo - Madaba - Macheronte

Betania è stata la prima tappa del secondo giorno in Giordania. Qui, sulla sponda orientale del fiume Giordano, Giovanni il Battista battezzò Gesù. 

Il Giordano in realtà è un fiume dalle dimensioni ridotte, talmente ridotte che la sponda orientale (giordana) è a soli quattro metri dalla sponda opposta, quella israeliana. Incredibile.

Dopo Betania, abbiamo fatto tappa al Monte Nebo, luogo celebre per l'arrivo di Mosè alla fine dell'Esodo. 

Da qui si può ammirare la Terra Promessa, una landa arida e dorata che sembra essere infinita. Una terra che è nell'immaginario collettivo di ogni cristiano. E non solo. 

La chiamano la terra del latte e del miele. Una terra che è stata crocevia di popoli e culture, uno dei posti più carichi di storia al mondo.

Prima dell'ora di pranzo siamo arrivati a Madaba, città celebre per i suoi incantevoli mosaici. 

Nella Chiesa di San Giorgio - una chicca ricca d'arte - è custodita la mappa-mosaico della Terra Santa.

Non è uno dei luoghi più turistici del Paese, eppure mi avrebbe fatto piacere sostare più a lungo in questa cittadina per poter fotografare volti e dettagli.

Prima di tornare al Movenpick (per il secondo e ultimo bagno e per dire arrivederci al Mar Morto) abbiamo fatto una breve sosta in prossimità di Macheronte. Alcuni ricorderanno che questo posto fu protagonista di alcune vicende: qui si tenne la danza dei sette veli di Salomè e fu decapitato Giovanni il Battista.

Al di là della storia, Macheronte merita una visita per il paesaggio.Un panorama brullo e dalle sumature dell'oro.

Terzo giorno: Canyon Wadi Mujib - Kerak - Petra by night

Lo so, non dovrei dirlo di nuovo, ma lo dico. Il Canyon Wadi Mujib è una figata. Una figata assurda!

Nel tragitto d'andata bisogna camminare - e nuotare quando sale il livello dell'acqua - contro la corrente. Ci siamo dimenati tra le rocce, siamo caduti (almeno la sottoscritta), ci siamo rialzati, ci siamo arrampicati facendo affidamento sulla forza delle braccia e delle gambe. Ci siamo messi alla prova, insomma.

E poi, nel tragitto di ritorno, ci siamo lasciati trascinare dalla corrente. Come un vero e proprio scivolo d'acqua. 

Alla fine del canyoning ero bagnata fradicia, ma estremamente soddisfatta e felice.

Non si tratta solo di uno sport adrenalinico, ma anche di un modo diverso per godere della natura giordana. Delle immense rocce dalle sfumature rosse e arancio.

Consigli: non dimenticate di portare con voi un paio di scarpette da scoglio, preferibilmente impermeabili e che aderiscano al suolo.

Dopo il canyon abbiamo placato l'adrenalina con una visita al castello di Kerak. Il bello di questo castello è che fu costruito dai crociati con pietre locali.

Dopo ore di viaggio siamo arrivati a Petra

La sera stessa abbiamo potuto vederla di notte. 

Petra by night è un'emozione indescrivibile e vi consiglio di non invertire l'ordine delle visite: noi abbiamo visto il Tesoro di sera e poi l'indomani alla luce del sole. Credo che questa sia la soluzione perfetta.

Vedere Petra di sera è un'esperienza mistica e suggestiva, ma non completa: crea delle aspettative che l'indomani, durante la visita in giornata, verranno decisamente surclassate.

Provare per credere.

Quarto giorno: visita del sito archeologico di Petra

Di giorno potrete capire pienamente cosa significa essere a Petra. Potrete viverla a 360 gradi.

Se come noi vorrete arrivare fin su al monastero vi toccherà scarpinare e macinare ben 12 chilometri!

Ma ne vale la pena. Decisamente.

Perchè Petra, una delle sette meraviglie del mondo moderno, non è solo il tesoro (anche io la pensavo così!) bensì racchiude un intero sito archeologico in cui le rocce sono state scolpite per la realizzazione di templi e tombe. Purtroppo le case sono state distrutte dal terremoto, ma immaginate la Petra dei nabatei, la Petra di tantissimi anni fa. Doveva essere un vero gioiello.

Quinto giorno: Piccola Petra e deserto del Wadi Rum 

Se avrete modo di farlo, vi consiglio di effettuare una piccola variazione a questo itinerario: sarebbe preferibile visitare la Piccola Petra prima di Petra. 

Già dal nome del sito capirete il motivo di questa variazione: Piccola Petra racchiude importanti testimonianze storiche (anche qui vi sono rocce scolpite) tra cui l'unico mosaico rimasto, ma dopo aver visto Petra non aspettatevi un coro di "wow". Trovo invece che questa tappa, se inserita prima, potrebbe suscitare notevole stupore.

Ma le sorprese non finiscono qui. Anche il deserto del Wadi Rum (si legge "ram") vale il viaggio.

Si tratta di un deserto estremamente diverso da quelli che avevo già visto nei miei viaggi precedenti. 

Il Wadi Rum è roccioso e, come Petra, ha tonalità che si avvicinano al rosso. Difatti anche qui la roccia è arenaria. Inoltre è un deserto fertile grazie alla presenza di acqua fossile che consente di coltivare ortaggi come i pomodori.

L'escursione nel deserto è affascinante e non troppo ricca di "salti", in quanto il Wadi Rum non pullula di alte dune. Il prezzo di un'escursione della durata di tre ore è di circa 51 dinari per jeep (quindi la cifra è da dividere tra almeno quattro persone), mentre "l'ingresso" nel deserto costa 5 dinari a testa. 

Ovviamente non posso che consigliarvi di sostare una notte nel deserto. 

Noi siamo stati nel Captain Desert Camp. Qui dormire in una tenda costa circa 100 dinari per coppia e, a mio parere, l'esperienza vale la spesa. Da provare almeno una volta nella vita, soprattutto perchè passare la notte ammirando il cielo stellato col naso all'insù non ha prezzo.  

Sesto giorno: Amman

Al rientro nella capitale giordana abbiamo dovuto realizzare che il nostro viaggio stava già per volgere al termine. Ahimè. 

Amman è una delle città più antiche del Medio Oriente. 

Da non perdere una visita alla Cittadella e al Museo della città, ma soprattutto ai souk.

Non vi aspettate una marea di turisti. Amman non pullula di turisti, almeno non quanto altri siti del Paese.

L'ho trovata una città vera, frenetica, colorata, tipicamente mediorientale.

Immergetevi nel marasma di gente, tra banchetti di frutta, sacchi di spezie profumate, confezioni di kajal (potevo non acquistarlo?) e commercianti non pronti ad essere immortalati da velocissimi reporter - o almeno ci piace pensare di esserlo - come noi.

Settimo giorno: rientro in Italia

Altre informazioni utili:

- Il visto per l'ingresso nel Paese costa 40 euro e viene rilasciato direttamente in aeroporto.

Sicurezza: potrebbe interessarti il mio post precedente: Giordania: sicurezza e prime impressioni

Spero che questo post, basato sulla mia personale esperienza in Giordania, possa essere d'aiuto a coloro che sono in procinto di partire per questa terra incredibilmente affascinante.

Osservazioni e suggerimenti cotruttivi sono ben accetti.

P.s. Nel caso in cui la vostra guida italiana si chiami Sufyan (o Sufian, non fa differenza per i giordani), dategli un abbraccio da parte mia. E Yalla Yalla!