Non solo paesaggi, orizzonti lontani e compagni d'avventura. I viaggi sono fatti soprattutto di incontri speciali. Non so voi, ma io apprezzo particolarmente questo aspetto. Sono affamata di incontri e attendo pazientemente che il destino decida di farmi incrociare lungo il cammino qualcuno che possa regalarmi qualcosa. Qualcosa di immateriale ma talmente prezioso da poter arricchire il mio bagaglio di vita. Oggi vi parlo di uno di questi incontri e lo faccio un po' per me stessa - così che io possa rileggere anche in futuro queste parole - e un po' per coloro che mi seguono e che avranno l'enorme pazienza di arrivare in fondo all'articolo. Oggi non vi parlo di me, ma vi racconto una storia. La storia di Ingrid. 30 Maggio 2014. Costa Rica, La Fortuna

Saranno state le due del pomeriggio. La nostra auto era parcheggiata all'ingresso di un negozio di souvenir. 

Prima di rimetterci in marcia perdiamo la testa per un telo da mare raffigurante un bellissimo ranocchio dagli occhi rossi - il simbolo del Costa Rica. 

Decidiamo di entrare per chiedere il prezzo del telo.

Bastano pochi minuti per essere smascherati: Ingrid, la figlia dei proprietari del negozio, conosce benissimo l'italiano - cosa davvero strana in Costa Rica - e ci chiede il perchè del nostro viaggio.

Inevitabilmente io le rispondo con un bombardamento di domande.

Ed è così che Ingrid è diventata la protagonista di questo post

Ingrid è nata a La Fortuna, un paesino ai piedi del Vulcano Arenal, uno dei maggiori siti turistici del Paese.

Ingrid è tornata da poco dall'Italia: è una delle tante ragazze che ha cercato di dare una svolta alla sua vita in un Paese più ricco.

Da sempre l'uomo migra in cerca di opportunità, ma oggi il numero di persone che vivono lontano dal proprio Paese d'origine e dai propri affetti è altissimo. 

Eppure Ingrid si trovava bene in Costa Rica: studiava per diventare geometra e aveva un lavoro.

E allora cosa l'ha spinta a lasciare tutto e partire?

L'amore.

La mamma del fidanzato di Ingrid, benestante, originaria dell'Argentina e contraria alla relazione del figlio con una "povera" costaricense, sei anni fa ha deciso di acquistare una casa in Veneto in modo da costringere il figlio a seguirla e rompere la storia d'amore. Ma il figlio ha fatto sì che Ingrid lo raggiungesse.

Una volta giunta in Italia, Ingrid si è rimboccata le maniche. Ha accettato i lavori meno qualificati, ha lavorato come collaboratrice domestica, ha imparato bene l'italiano, si è scontrata con l'ostilità gratuita e la grettezza mentale della gente di Pordenone che le chiedeva con astio: "Che stai a fare in Italia?"

Ingrid adora Le Iene - la trasmissione televisiva che va in onda su Italia Uno - e continua ancora a vedere i loro servizi su internet. 

E nonostante gli ostacoli e le ingiustizie subite, Ingrid ama l'Italia.

Dice che è un Paese bellissimo con un incredibile patrimonio artistico e culturale. Adora Venezia, Roma e Firenze e vorrebbe tornare per esplorare meglio il meridione.

Parla della tanto criticata "freddezza" del Nord Italia e la giustifica attribuendola ai dolori subiti durante la seconda guerra mondiale.

Io sono sbalordita. Immaginate quanto è strano parlare dell'Italia, delle sue bellezze e dei suoi problemi in un negozietto di un piccolo paesino del Costa Rica. Con una ragazza che forse ha capito più cose dell'Italia di quanto non le abbia capite metà del popolo italiano. 

A questo punto la domanda viene spontanea.

"Perchè sei tornata in Costa Rica dopo sei anni?" - le chiedo.

Ingrid sorride e mi dice: "In Italia non sapete cos'è la Pura Vida".

Ed io annuisco, perchè è vero. Lo so. 

Ingrid mi dice che in Costa Rica non si pensa alle cose materiali. Non si pensa ai soldi nè ai problemi legati ad essi. Non si pensa all'ultimo modello dell'i-phone, nè all'ultimo modello proposto da BMW.

Non ci sono macchine di lusso e non mancano a nessuno. 

Non s'innesca l'insidioso meccanismo del "più ho, più voglio". 

Ci si gode la vita, si apprezzano le piccole cose, si dedica tanto tempo alla famiglia. 

Una serata con le amiche al karaoke, una corsetta alle pendici del vulcano. 

E anche se la retta per la scuola dei bambini costa ben trecento dollari al mese, non importa.

Ingrid non pensa troppo al futuro mentre in Italia, rapita dal subdolo pensiero dei soldi, il chiodo fisso era come arrivare alla fine del mese. 

Ingrid oggi è tranquilla, guadagna meno di cinquecento dollari al mese, si prende cura dei figli che ha avuto mentre era in Italia. Sia lei che il ragazzo - oramai marito - non guadagnano tanto, ma sono felici. 

E la suocera l'ha capito. Tant'è che ha deciso di trasferirsi nel "povero" Costa Rica.

Che abbia scoperto che il Costa Rica è in cima alle classifiche ufficiali sulla felicità della popolazione a livello mondiale? Chissà.

Ingrid adesso si sente al sicuro, lontano da quelle storie di sostanze chimiche e rifiuti, lontano dal terrore di mangiare del cibo avvelenato. 

Qui in Costa Rica - mi dice - il cibo non è trattato: le fragole sono buone e genuine, sono belle naturalmente. 

La papaya cresce ovunque e quando ne vedo un po' sugli alberi faccio una scorta che diventerà la mia cena. 

Non abbiamo molto bisogno di carboidrati. Ci nutriamo di riso, è vero, ma soprattutto di frutta, verdura e fagioli che coltiviamo nel nostro orto. 

La nostra dieta è molto semplice, ma anche molto genuina. 

Ingrid ci ha accolto come amici di vecchia data, ci ha raccontato la sua vita, le sue vecchie preoccupazioni, la sua rinascita. 

Vorrebbe tornare in Italia - e lo dice col cuore - ma non per viverci. 

Io la capisco: i ritmi, la gente e il clima del Costa Rica rigenerano lo spirito.

E mi saluta dicendo: "Tu sei Pura Vida. Il tuo sorriso sprigiona felicità."

Ingrid, non avresti potuto farmi un regalo più bello.