Tempo fa mi è stato detto che se è vero che la Thailandia lascia il segno avviando un processo di cambiamento interiore, è anche vero che il suo effetto non è eterno e col tempo tende a sbiadire.

Al ritorno dal Sud-Est asiatico ci si sente diversi, pronti ad affrontare il mondo positivamente, ad abbandonare preoccupazioni eccessive e rancori. 

Ma dopo il ritorno a casa è inevitabile essere pian piano risucchiati dalla frenetica routine della società occidentale. Ci si ritrova nuovamente imbottigliati nel traffico di automobili, di informazioni, di appuntamenti, di idee, di rumori. 

E l'effetto del Mai Pen Rai svanisce. 

Quindi l'effetto della Thailandia ha una scadenza?

Non si tratta certo di una deadline, ma non è eterno.

Probabilmente affinchè gli insegnamenti appresi in un Paese siano duraturi occorre necessariamente rinnovarli con un nuovo viaggio. Una nuova immersione nella cultura orientale per essere inondati da vibrazioni positive che fanno bene all'anima e al corpo.

Perchè quando siamo carichi di ansia e preoccupazioni tendiamo a somatizzare, è normale.

Sarà per questo che in Thailandia ho avvertito un equilibrio tra mente e corpo?

Mi basta pensare a Wat Saket, meglio conosciuto come The Golden Mountain, il tempio buddista situato sulla vetta di una collina di Bangkok, per ritrovare in parte quell'omeostasi perduta.

Benchè questo posto sia frequentanto dai turisti, non è caotico nè finto. La Montagna d'Oro conserva la sua autenticità. 

L'ho percepito già all'ingresso, percorrendo lentamente la scalinata panoramica e lasciandomi ammaliare dal dolce tintinnio delle campane thailandesi, così diverse dai nostri terribili "soprammobili" di porcellana.

Le campane thailandesi incantano: sono eleganti e di tutte le forme. E sono legate al lato spirituale della cultura di questo popolo. 

Mi sono ovviamente chiesta quale fosse la funzione di tutte quelle campane in un tempio buddista. E la risposta è stata estremamente affascinante.

 Pare che con il loro tintinnio esse assolvono a funzioni protettive ed evocative delle divinità, con lo scopo di allontanare le forze del male ed avvicinare quelle del bene.

E non sono solo le campane ad allietare i gradini da percorrere lungo la salita.

Per chi - come me - ha il cuore debole e non è abituato all'avvistamento di vesti arancio brillante all'orizzonte, non è facile riuscire a staccare lo sguardo dai monaci buddisti.

In fondo questi monaci non sono mica degli alieni! Non solo percorrono la stessa strada di noi "comuni mortali" (chissà perchè mi aspettavo volassero! :D ), ma possiedono persino uno smartphone di ultima generazione. Quando si dice che l'abito non fa il monaco!

E infine, una volta giunti alla sommità della collina, il grande premio: il fascino dei fedeli raccolti in preghiera e il panorama di Bangkok con i tetti variopinti dei templi del quartiere.

Se questa non è pace...

Sì, la Montagna d'Oro è un luogo dell'anima. 

Un luogo di fratellanza, di incredibile comunicazione anche senza proferire parola, un bagno di umanità.