Ko Kun Ka significa grazie in thailandese. Se pronunciato da una donna.

Ko Kun Krap se pronunciato da un uomo.

Il fatto che il modo di ringraziare cambia a seconda del sesso evidenzia l'importanza della gratitudine nella cultura thailandese. 

"Adesso sorride, congiunge le mani e le porta al petto chinando la testa"― Corrado Ruggeri - Farfalle sul Mekong

Quante volte l'avrò visto fare. Si tratta di una pratica spontanea per questo popolo. Ripetuta decine di volte al giorno. 

All'inizio tutte quelle cerimonie mi hanno lasciata perplessa. 

Le mani giunte. Il capo chino. Gli occhi socchiusi. 

Per questo popolo non bastano le parole per ringraziare.

La gratitudine è nelle palpebre leggermente abbassate, nelle mani che si incontrano, nel capo che sfiora la punta delle dita. 

I loro occhi e i loro gesti mi hanno fatto riflettere. Mi hanno fatto approdare su un'isola di pace di cui ignoravo completamente l'esistenza.

I thailandesi dicono grazie quando acquisti qualcosa. 

I thailandesi dicono grazie quando lasci pochi bath di mancia prima di uscire dal bagno pubblico.

I thailandesi dicono grazie quando stai per tornare in camera dopo la cena. 

Dicono grazie dopo il saluto. Persino dopo averti accompagnato nella casa di Jim Thompson.

Dicono grazie anche se nella loro vita non va tutto a gonfie vele. Anche se il loro sorriso è una maschera e dietro di esso si celano sacrifici e sofferenze.

La chiamano terra del sorriso, ma è anche la terra della gentilezza.

Penso alla nostra arroganza dettata dai pregiudizi.

Un europeo che mette piede per la prima volta in Thailandia è convinto della propria superiorità culturale. Anche dal punto di vista umano.

E magari!

Sarebbe bello se la nostra percentuale di umanità si avvicinasse almeno lontanamente a quella thailandese.

Purtroppo non è così.

Siamo abituati a pensare che tutto ci sia dovuto, al punto tale da non ritenere necessaria alcuna forma di gratitudine.

E pensare che un grazie ti può cambiare la giornata. E soprattutto l'umore.

Un grazie appena svegli, un (utopico) grazie all'ufficio postale, in banca, per strada, al lavoro. 

Anni fa ho lavorato in un bar. I primi tempi un ragazzo che lavorava con me si era gentilmente preso la briga di spiegarmi le varie mansioni. Ed io non facevo altro che ringraziarlo. Quasi ogni minuto. 

Ero così ossessiva con quella smania di essergli grata che lui dovette placarmi.

E francamente ci rimasi un po' male. Dire grazie mi faceva stare bene.

E sono sicura che faceva piacere anche a lui. Anche se lo imbarazzava.

E' bello dire Grazie. E' liberatorio e crea un ponte invisibile con l'interlocutore. Un ponte fatto di rispetto e riconoscenza. Proviamoci.

Io credo nel potere della gratitudine. E voi?