Figlia di questa società occidentale continuamente in corsa (verso cosa???) e in cui il miglior biglietto da visita è un aspetto fisico curato, sono sempre stata abituata a vedere il mio corpo come una parte fondamentale della mia persona, alla stregua dei miei pensieri e della mia anima.

Anzichè considerare il corpo come un insieme di tessuti e molecole costituite a loro volta da piccoli e insignificanti atomi, come tantissime altre donne mi ritrovo spesso a fare i conti con doppie punte da eliminare e chili di troppo da smaltire al più presto.

Pochi giorni fa, dopo aver fatto un "terribile" incubo in cui davo un taglio netto ai miei capelli (sono mooolto lunghi), ci ho riflettuto su. 

Posso essere così legata ai miei capelli? Posso essere così attaccata a qualcosa che inevitabilmente ricrescerà col tempo?

Ho fatto questo sogno pochi giorni dopo aver visitato l'ashram di Babaji di Cisternino e mentre avevo "all'attivo" la lettura di Un altro giro di giostra di Terzani.  

Coincidenze? Risonanze?

 L'ashram di Babaji a Cisternino è uno di quei posti che non mi sarei mai sognata di trovare nel cuore della Puglia, una regione profondamente legata alle tradizioni.. tradizioni così lontane dagli insegnamenti spirituali che si apprendono in un ashram. 

Eppure all'ingresso siamo stati accolti da un messaggio scritto a chiare lettere: "Qui cerchiamo di vivere secondo l'insegnamento di Babaji: in veritàsemplicità e amore". 

Si può definire lontano dalla Puglia un messaggio che dovrebbe essere vicino all'umanità intera?

Gli insegnamenti che i discepoli di Babaji si impegnano a trasmettere ai visitatori non offrono una nuova religione, ma cercano di mostrare la giusta via per arrivare alla conoscenza del cuore e della mente.

Sono rimasta affascinata da quest'oasi di pace immersa tra le chiancole dei trulli e la natura della Valle d'Itria.

Durante tutto il tempo della visita mi è sembrato di aver spinto il tasto "reset" eliminado le futilità che mi tediano nella vita quotidiana e ripartendo con un nuovo spirito, in armonia con la natura e con chi mi stava attorno.

Ascoltando la storia di questo posto a partire dalle sue radici in India, mi ha particolarmente affascinato l'annullamento dell'importanza del corpo: "Un giorno il vostro corpo verrà bruciato e ridotto in cenere, non abbiate attaccamento per esso"

Pare che in India venga ancora chiesto a visitatori e futuri discepoli di "liberarsi" dei capelli.

Io non ce la farei mai - è stata la prima cosa che ho pensato.

Al di là delle scelte più estreme e e dell'identità religiosa di ciascuno, visitando posti come questo credo sia possibile riconciliarsi col mondo e fare un viaggio introspettivo dentro di sè.

Stacchiamoci per un attimo dal corpo e dissetiamoci, perchè la sete di potere avvelena l'anima. 

Prendiamoci cura del nostro spirito, dedichiamoci all'anima come se fosse un bonsai da trattare con cura.

Dopo essere cresciuta per anni con degli ideali sbagliati che continuano a bersagliare la mente, mi sento un pò a metà, divisa tra l'Occidente e l'Oriente, tra i falsi miti del successo e dell'estetismo e la ricerca della pace interiore

Gli uni annullano l'altro, e viceversa. 

Mi impegnerò a staccarmi da quel che non mi serve. Di progressi ne ho già fatti e imparerò a fare di meglio.

Promesso.

E il corpo?

A guardare quelli che sbrigativamente venivano mandati in fumo sulle pire

pensavo a quanto noi ci identifichiamo col nostro corpo e a come ci è impossibile staccarcene.

Persino le nostre speranze di immortalità e resurrezione hanno a che fare col corpo.

Tiziano Terzani - Un altro giro di giostra