Appena rientrata dall'esperienza negli Emirati Arabi, voglio cominciare a descrivere il mio viaggio non con il lusso sfrenato con cui tutti siamo abituati a immaginare Dubai, bensì con la parte più vecchia e - a mio avviso - più vera della città.

Dubai è una di quelle città che dividono. C'è chi la detesta e c'è chi l'adora per il suo sfarzo.

E poi c'è chi - come me - non si è limitato alle solite attrazioni blasonate e ha voluto scavare più a fondo.

Il mio tour nella Dubai da scoprire ha avuto inizio al Dubai Museum nel quartiere molto caratteristico di Bastakiya. Siamo soliti immaginare un museo brulicante di turisti in preda ad un'ossessiva mania per catturare lo scatto più bello. Non è questo il caso. Già, perché nonostante il prezzo del biglietto davvero ridicolo (3 Dirham, meno di un euro!), il museo era semideserto. 

Avrò contato in tutto una trentina di persone vaganti per le varie aree. Incredibile ma vero, pare che l'80% del turismo a Dubai sia incentrato nella zona nuova, quella dei grandi grattacieli e dei centri commerciali sbalorditivi. Eppure Dubai non è solo questo, ma anche tanto tanto altro..

Il museo è una vera chicca, perché riesce in maniera semplice a spiegare al turista com'era Dubai prima del boom del petrolio negli anni '50. Com'era? Una terra inesplorata e ancora organizzata in maniera rurale. Pian piano ha iniziato poi ad espandersi crescendo miracolosamente nel deserto!

Appena usciti dal museo, sotto il sole cocente ci siamo fatti guidare da una sorta di sesto senso alla scoperta del quartiere vecchio e delle sue particolari costruzioni. Ne sono rimasta molto affascinata.

Spaesati, tra viuzze in cui di altri turisti non c'era nemmeno l'ombra, sempre guidati da questo innato senso dell'orientamento in una terra sconosciuta, siamo giunti all'Abra Dock, quella zona del creek da cui partono gli Abra, delle piccole imbarcazioni tipiche che la gente del posto utilizza per giungere da Bastakiya a Deira, o viceversa. Con un solo dirham (circa 20 centesimi di euro) ci siamo mescolati tra la fetta più umile della popolazione approfittandone per godere di una vista speciale della città, direttamente dall'acqua. Lungo il creek abbiamo anche fatto "amicizia" con un uomo molto simpatico che ci ha comunicato gentilmente il nome degli edifici che uno dopo l'altro sfilavano dinanzi ai nostri occhi. 

 Una volta attraversato il creek, assetatissimi, abbiamo subito incontrato un chioschetto con noci di cocco preparate all'istante e pronte da bere. Non avevamo però considerato che, pur essendo ottimo, il succo di cocco sarebbe stato quasi bollente! Doh!

Dopo un giro veloce tra i negozi dell'elettronica che vendono davvero DI TUTTO a PREZZI STRACCIATI, ci siamo recati all'Heritage Village ancora una volta per esplorare il vero spirito degli Emirati.

 Molto interessante il tour nella casa dello sceicco Jumaa Bin Maktoum Al Maktoum (nonchiedetemidipronunciarlo!!!), una dimora costruita su due piani con stanze tutte di forma rettangolare. Si tratta di una costruzione che mostra al pubblico le caratteristiche che accomunano la maggior parte delle case tipiche di questa popolazione.

Non è solo questa zona ad essere tappezzata dal primo piano dello sceicco, ma tutta la città (anche la parte nuova) mette in bella mostra coloro che finanziano le bellezze del posto e fanno di Dubai una delle mete turistiche più sbalorditive al mondo!

E dopo tutto questo camminare, ci siamo fermati in un ristorantino tipico a Deira sul creek, Al Bandar, dove abbiamo provato [con enorme successo] alcuni tra i piatti del posto: mushed potatoesstuffon rice e l'ottimo kabab, il più buono che abbia mai provato finora! 

Ed ora che vi ho mostrato la parte più vera della città, credete ancora che Dubai sia solo una città artificiale?